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L’ultima frontiera dell’integrazione emotiva arriva dal Canada: unire le case per anziani agli orfanotrofi.
Ovviamente i primi risultati dell’esperimento sono stati straordinari e non era difficile immaginarlo. Gli anziani infatti hanno trovato dei nipoti amorevoli e gli orfani per la prima volta hanno sperimentato l’amore e la cura dei nonni.
I medici hanno osservato un miglioramento di tutte le funzioni vitali negli anziani e il risveglio di un grande interesse per la vita, mentre i bambini hanno migliorato il loro apprendimento e attenuato le loro crisi psicologiche.
Un nuovo programma sociale dunque, con l’obiettivo di offrire ai bambini un sicuro rifugio emotivo e agli anziani la possibilità di uscire da una condizione di solitudine che purtroppo è tipica della terza età.
Non è la prima volta che si tenta di unire il mondo dell’infanzia con quello degli anziani. Un programma simile era stato lanciato nel 2011 a Seattle, USA, nella casa di riposo per anziani Providence Mount St. Vincent, esperimento di integrazione generazionale raccontato nel documentario Present Perfect del 2017. “Prima che i bambini entrassero nell’edificio, i vecchietti erano tristi, stanchi, mezzi addormentati. Una scena abbastanza triste. Subito dopo l’arrivo dei bambini per fare insieme una lezione d’arte o semplicemente fare dei panini per i vecchietti loro ritrovano una vitalità pazzesca e si ricaricano di serenità e gioia!”, racconta la regista Evan Briggs.
In quel caso però si trattava di bambini provenienti da asili nido quindi con famiglie alle spalle. La portata rivoluzionaria del progetto canadese sta proprio in questo: parliamo di bambini senza famiglia e spesso con un passato pesante a livello emotivo.
Una soluzione intelligente e piena d’amore che dovremmo sperimentare anche in Italia e non solo.
Una vera e propria rivoluzione culturale che mette al centro la bellezza dello stare insieme e dell’invecchiare imparando sempre nuove cose e che garantisce un complessivo miglioramento della qualità della vita per tutti i soggetti coinvolti.
In un mondo ricco di progressi tecnologici con conseguenti forme di isolamento sociale dovrebbe essere data maggior importanza a queste forme di educazione intergenerazionale, soprattutto perché bambini e anziani hanno molto in comune, la vulnerabilità innanzitutto ma soprattutto quella sana curiosità senza pregiudizi verso il mondo, verso tutto ciò che non si conosce.
Ma ciao! Sono Annalica Casasanta, classe '83, abito a Francavilla al Mare ma sono originaria di un piccolo paesino immerso nel verde, Quadri, famoso per il suo ottimo tartufo. Strano, ogni volta che mi devo presentare la montagna è la prima cosa che mi viene in mente, forse perchè da lì vengono tutte le storie che amo raccontare, tutti i personaggi che adoro interpretare.
Dopo la maturità classica ho studiato Sociologia con una tesi sul fenomeno del Lobbying nell'Unione Europea, sono sempre stata appassionata di politica ma l'incontro casuale col teatro mi ha fatto deviare dai miei studi, trasformandomi in Annalica Bates. (non vi spoilero il perchè!).
Ho fatto mille lavori, dalla libraia (che ho amato follemente) alla segretaria ma è nel teatro e nell'arte che trovo la mia ragion d'essere. Dopo essermi occupata della comunicazione per il Florian Metateatro di Pescara, da quattro anni collaboro con l'attore e regista Milo Vallone e il suo Cantiere Teatrale, occupandomi di teatro ragazzi.
Da quattro anni inoltre, insieme alla mia collega Nadia Cristina Di Naccio, coordino le attività dell'Università della Libera Età di Francavilla al Mare (progetto ULE).
Oltre al teatro sono una divoratrice seriale di romanzi e adoro scrivere, ho pubblicato anche alcuni racconti partecipando a vari concorsi e ho frequentato la Scuola di scrittura creativa Macondo di Pescara.
Credo molto nella formazione continua e non smetterò mai di studiare per migliorare come attrice e insegnante di teatro ed è per questo che mi sto formando anche come Educatore alla Teatralità.
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