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Il coraggio di Willy in un cartone animato

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Lo scorso 20 gennaio avrebbe compiuto 22 anni. Willy Monteiro Duarte, ucciso brutalmente lo scorso settembre a Colleferro (Roma) mentre tentava di difendere un amico coinvolto in una rissa. Per il suo gesto eroico il presidente Mattarella gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile.

Adesso la sua vita sarà raccontata in un cortometraggio d’animazione grazie alla Side Academy di Verona e ai premi Oscar Sarah Arduini e Kevin Mannens. La prima è una leggenda per gli appassionati di animazione, vincitrice dell’Oscar per “Il Libro della Giungla” e candidata per “Il Re Leone”, il secondo è candidato per “Alice nel Paese delle meraviglie”. Saranno loro a guidare 25 studenti, quelli del secondo anno della Side Academy, che materialmente realizzeranno il cortometraggio.

“Creeremo un personaggio di fantasia, un alieno, che di fatto è Willy, e percorreremo insieme il viaggio nella sua testa verso la scelta del bene”, racconta Sarah Arduini. Il cortometraggio racconterà di un alieno che viene bullizzato semplicemente perché diverso, proprio come è successo a Willy. Il tema della diversità dunque unito a quello della ricerca del bene e della giustizia con un finale a sorpresa che scopriremo solo guardando il corto.

“Il nostro desiderio è far capire che la strada del bene è l’unica strada da intraprendere: il rispetto e l’amore per il prossimo sono le scelte da inseguire. Non portano del bene solo al mondo ma anche a noi stessi, rendendoci persone migliori” spiega Arduini. “Per questo motivo nel corto non ci saranno scene di violenza cruda”, chiarisce Stefano Siganakis, il fondatore di Side Academy.

Il team di animazione dell’accademia ha già iniziato i lavori con l’obiettivo di terminare il progetto prima di agosto, per presentare l’opera a manifestazioni importanti, tra cui il Festival del cinema di Venezia o lo Student Academy Award (il premio Oscar per gli studenti).

Altro obiettivo importante è quello di diffondere il cortometraggio nelle scuole poiché tocca un tema così delicato che va necessariamente affrontato con i ragazzi, affinché episodi del genere non debbano ripetersi mai più. Stefano Sigaris si dice orgoglioso del progetto: “Volevamo parlare di razzismo e bullismo, la storia di Willy ci ha commosso”. E ha commosso anche tutta l’opinione pubblica che ora aspetta il cortometraggio per poter tornare a guardare il sorriso di Willy, il sorriso di chi crede ancora nel bene.

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