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Se non amate le storie strappalacrime o non vi piace piangere per un film, allora questo consiglio non fa per voi. Parliamo del film “18 regali” del regista Francesco Amato, uscito nel 2020 e ispirato a una storia vera, quella di Elisa Girotto.
Nessuno spoiler sulla trama, intuibile già dalla visione del trailer: una futura mamma malata di cancro decide di lasciare 18 doni alla figlia che purtroppo non vedrà crescere, così che il padre possa consegnargliene uno all’anno, ad ogni compleanno, fino al raggiungimento della maggiore età.
Sono diversi gli elementi che mi hanno convinto di questo film. Iniziamo dal cast. Brava Benedetta Porcaroli – la figlia Anna da grande nel film – che abbiamo conosciuto da ragazzina nella serie tv della Rai “Tutto può succedere”, abbiamo apprezzato nella serie tv Netflix “Baby” e che, anche in questo caso, sembra indossare a pennello il ruolo di adolescente scontrosa, taciturna e ribelle nella prima parte del film, e poi sempre più dolce, accogliente e premurosa con il trascorrere della pellicola. Convincente Vittoria Puccini, sempre drammatica nelle sue interpretazioni ma decisamente indicata per il ruolo di una madre che sta vivendo il momento più bello e più crudele della sua vita. Una sorpresa continua Edoardo Leo – il padre costretto a crescere da solo la figlia e a portare avanti il ricordo della moglie – che negli ultimi anni, sia da attore che da regista, sta dimostrando di avere tanto da dare al cinema italiano.
Un altro elemento che a me è piaciuto molto è poi l’originalità – quasi surreale – del racconto, sul quale non posso rivelare molto per non rovinare la visione a voi lettori, ma che senza dubbio è caratterizzata da colpi di scena inattesi.
Interessante, poi, la scelta dei regali che, inevitabilmente, spinge lo spettatore a chiedersi se avrebbe gradito quei doni e, ancora di più, lo induce a immedesimarmi nella futura madre e a domandarsi cosa acquisterebbe al suo posto. Uno sforzo di fantasia che, a mio avviso, vale la pena effettuare per conoscersi meglio. E vi dirò di più, perché non fare questo “gioco” (i fortunati che hanno ancora questa opportunità) con i propri genitori, chiedendo loro cosa avrebbero scelto per noi?
Infine, spazio ai sentimenti. Il rapporto di amore incondizionato di una madre nei confronti della figlia, che nasce prima ancora del parto e che, seppure possa apparire scontato e banale, emoziona e riempi il cuore anche dei più duri.
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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