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Qualità della vita: è Bologna la provincia migliore

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E’ Bologna la provincia italiana dove la qualità della vita è la migliore. E’ quanto emerge dalla classifica stilata, come ogni anno, dal Sole 24 Ore sulla base di una serie di parametri utili a fotografare il benessere dei cittadini che vivono nelle diverse aree dello Stivale. In questa edizione 2020 non poteva mancare un riferimento al Covid19 che ha condizionato in maniera determinante le vite di tutti gli italiani, andando a colpire in maniera particolare alcune regioni o province. E’ proprio per questa ragione che la provincia di Milano, in testa negli ultimi due anni, ha perso il podio scivolando alla dodicesima posizione, mentre Bologna ha scalato la vetta passando dalla tredicesima alla prima posizione. Sul podio poi ci sono poi Bolzano (2ª) e Trento (3ª), habitué della top 5 della qualità della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia. Seguono Verona, Trieste, Udine, Aosta, Parma, Cagliari e Pordenone. A chiudere la classifica è invece Crotone, preceduta da Caltanissetta e Siracusa.

L’impostazione della ricerca si basa su 90 indicatori racchiusi in sei aree tematiche di analisi:

1. Ricchezza e consumi;
2. Demografia e salute;
3. Affari e lavoro;
4. Ambiente e servizi;
5. Giustizia e sicurezza;
6. Cultura e tempo libero

Come già evidenziato, dunque, la classifica non ha potuto fare a meno di analizzare alcuni aspetti legati alla pandemia, come il tasso di mortalità, il numero di contagi in relazione alla popolazione e un’altra ventina di indicatori correlati all’emergenza sanitaria, ma anche economica e sociale legata al Covid.

Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020, infatti, l’indagine del Sole 24 Ore ha proposto un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il Pil pro capite; le ore di cassa integrazione autorizzate; il Reddito di cittadinanza; i decessi e le nascite; le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese; il numero di bar e ristoranti; la litigiosità in tribunale.

Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a freno da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza, per esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in più. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d’Italia.

Infine un riferimento non poteva mancare in merito all’evoluzione digitale che ha visto le province italiane doversi confrontare con smart working e didattica a distanza, non sempre con risultati soddisfacenti.

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