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Quante volte durante il lockdown abbiamo notato il cielo più terso, il mare più limpido, le strade più deserte e silenziose? Il cinguettio amplificato e felice degli uccelli che potevano godere dell’esplosione della primavera mentre noi eravamo chiusi in casa?
Sembrava che tutta questa atmosfera pulita e raggiante potesse avere un impatto positivo sul nostro ambiente e forse velocizzare i nostri piani per far regredire il cambiamento climatico. Il lockdown mondiale ha ridotto del 50% la circolazione delle automobili, l’80% degli aerei non ha preso il volo e il 35% dell’attività industriale si è fermata. In totale, secondo gli scienziati, i lockdown imposti a livello mondiale avrebbero provocato una riduzione del 17% delle emissioni CO2 globali. Ma forse i dati non sono così positivi come sembrano.
Come ben sappiamo l’anidride carbonica non è l’unico agente inquinante presente sulla Terra. Oltre a questo sono presenti i particolati, emessi dalle industrie, che nella nostra atmosfera sono milioni di tonnellate. Queste particelle, che a primo impatto sembrano cattive, al contrario rimangono a lungo nell’aria e riflettono in parte il calore del sole facendo così da parafulmine a noi esseri viventi. Senza di esse le temperature si alzerebbero rendendo l’atmosfera differente da quella a cui siamo abituati. C’è da dire però che nonostante le attività industriali fossero bloccate le temperature non sono aumentate, vediamo perché.
Oltre alla CO2 abbiamo la fuliggine generata dai veicoli e il monossido di azoto degli aerei. Tutti insieme questi agenti alzano le temperature. Quindi abbiamo una battaglia tra particolati e agenti inquinanti dovuti ai gas serra. Bisogna comprendere quale componente ha avuto la meglio durante il lockdown per determinare la vittoria e la sconfitta dell’uno e dell’altro.
Uno studio condotto a Cambridge durante quest’anno dagli specialisti Scott Archer – Nicholls e James Weber ha analizzato le emissioni registrate nel periodo di febbraio-giugno. Lo studio ha concluso che, nonostante la riduzione delle emissioni globali inquinanti, l’effetto sull’ambiente è stato quasi nullo poiché le diverse componenti che agivano in direzioni diverse si sono compensate. Questo è avvenuto nella maggior parte del mondo tranne in Cina in cui, in effetti, le temperature si sono alzate a causa delle riduzioni di particolati nell’atmosfera sovrastante.
Sebbene il lockdown quindi abbia contribuito in piccola percentuale al miglioramento dell’aria che respiriamo, non è stato sufficiente a contrastare il cambiamento climatico. CO2 e metano rimangono per troppo tempo nell’atmosfera quindi avremmo bisogno di un lockdown piuttosto prolungato per ridurre realmente gli effetti e arrivare al traguardo di zero emissioni per salvare la Terra.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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