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Nelle ultime settimane il mondo è tornato a fermarsi a causa del coronavirus. Dall’inizio della pandemia ad oggi la quota dei contagi ha oltrepassato i 58 milioni, numeri che fanno paura e che hanno portato molti Stati a chiudere luoghi pubblici, uffici e piazze per evitare assembramenti, lasciando così le strade deserte. Il Paese più colpito resta gli Stati Uniti a cui seguono India e Brasile.
E così la paura del contagio ha completamente modificato l’aspetto delle aree urbane. Uno spettacolo surreale e a tratti inquietante iniziato con la camminata di papa Francesco lungo via del Corso a Roma a marzo 2020, scatto che passerà alla storia e che per primo ci dà l’idea dell’emergenza che stiamo vivendo. Il Papa stesso parlò di tempesta in cui il buio “si è impadronito delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante”.
Dopo le famose foto del Pontefice tanti altri scatti sono arrivati in questi giorni per raccontarci di un mondo vuoto, silenzioso eppure stranamente misterioso e affascinante, come di tante città fantasma di cui abbiamo letto o visto al cinema.
Il fascino del vuoto dunque che è il fascino dell’assenza, è la perfezione nelle fotografie scattate dall’alto che ci parlano di una bellezza immobile, una bellezza che al momento resta come sospesa.
Dalla nostra Italia, con le immagini spettrali di piazza del Duomo a Milano, piazza di Spagna a Roma e tutte le altre città d’arte, dove l’architettura trionfa solitaria, fino ad arrivare a New York, città dai mille colori e dalle strade affollate e caotiche che in queste settimane sembra un’altra. Si sono spenti perfino i riflettori dei teatri di Broadway, passando per Parigi, San Francisco, Dublino, Lisbona, le più grandi metropoli del mondo in cui ci siamo avventurati o abbiamo sognato di avventurarci come turisti, tra folle di persone, caos, profumi e colori, sono ancora lì, pur se deserte, in tutto il loro splendore perché la bellezza resta anche se non c’è più nessuno a contemplarla.
Questa pandemia ci lascerà tanti dubbi e tante domande e ci auguriamo davvero di trovare, alla fine di tutta questa faccenda, almeno qualche risposta.
“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Le città invisibili – I. Calvino
Ma ciao! Sono Annalica Casasanta, classe '83, abito a Francavilla al Mare ma sono originaria di un piccolo paesino immerso nel verde, Quadri, famoso per il suo ottimo tartufo. Strano, ogni volta che mi devo presentare la montagna è la prima cosa che mi viene in mente, forse perchè da lì vengono tutte le storie che amo raccontare, tutti i personaggi che adoro interpretare.
Dopo la maturità classica ho studiato Sociologia con una tesi sul fenomeno del Lobbying nell'Unione Europea, sono sempre stata appassionata di politica ma l'incontro casuale col teatro mi ha fatto deviare dai miei studi, trasformandomi in Annalica Bates. (non vi spoilero il perchè!).
Ho fatto mille lavori, dalla libraia (che ho amato follemente) alla segretaria ma è nel teatro e nell'arte che trovo la mia ragion d'essere. Dopo essermi occupata della comunicazione per il Florian Metateatro di Pescara, da quattro anni collaboro con l'attore e regista Milo Vallone e il suo Cantiere Teatrale, occupandomi di teatro ragazzi.
Da quattro anni inoltre, insieme alla mia collega Nadia Cristina Di Naccio, coordino le attività dell'Università della Libera Età di Francavilla al Mare (progetto ULE).
Oltre al teatro sono una divoratrice seriale di romanzi e adoro scrivere, ho pubblicato anche alcuni racconti partecipando a vari concorsi e ho frequentato la Scuola di scrittura creativa Macondo di Pescara.
Credo molto nella formazione continua e non smetterò mai di studiare per migliorare come attrice e insegnante di teatro ed è per questo che mi sto formando anche come Educatore alla Teatralità.
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