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Fra non molto, in Italia, finalmente la discriminazione o la violenza basata su motivi di genere, sesso, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità saranno punite al pari delle discriminazioni razziali. Alla Camera il disegno di legge contro l’omotransfobia – che avevamo anticipato in questo articolo – sta muovendo i primi passi e in particolare con l’approvazione in prima lettura dell’articolo uno.
Quest’ultimo va ad apportare modifiche all’articolo 604 bis del codice penale che attualmente condanna con la reclusione fino a 6 anni i reati di “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.
L’articolo 1 del testo in esame alla Camera – il nome per intero è lotta alle discriminazioni per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere – aggiunge ora alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi tutti quegli atti discriminatori aventi come base “il sesso”, il genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Sono previste delle pene che però in qualche caso potranno essere sostituite da lavori di pubblica utilità. Le sanzioni prevedono:
Il disegno di legge – il Dl Zan – prevede però ulteriori provvedimenti che devono ancora essere approvati sia in Camera che in Senato, come ad esempio l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia; l’elaborazione dell’Ufficio per il contrasto delle discriminazioni della Presidenza del Consiglio, Unar, di una strategia nazionale atta a prevenire e contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere; indagini sulle discriminazioni, sulla violenza e sulle caratteristiche delle persone più a rischio da affidare all’Istat, e un finanziamento di 4 milioni per il Fondo pari opportunità della Presidenza del Consiglio allo scopo di finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per ragioni riguardanti l’orientamento sessuale, l’identità di genere e per il sostegno alle vittime.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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