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Mentre i Tg nazionali davano risalto alla manifestazione con tafferugli svoltasi a Roma dai “No Mask” (le persone che negano il coronavirus e non portano la mascherina), proprio lo stesso giorno, sabato 10 ottobre, a Milano in Piazza della Scala si sono riunite circa tremila persone a sostegno della legge Zan.
Proposto, anche, da I Sentinelli (da non confondere con Le Sentinelle in piedi), che esprimono un movimento nato nel 2014 per contrapporsi a qualunque sopruso, discriminazione o violenza verso le donne, gli omosessuali, i migranti e sostenere le vittime di stalking e di razzismo.
Proprio dai Sentinelli è stato preparato il presidio di Milano, con i segni per terra per assicurare il distanziamento, le mascherine, gli avvertimenti continui tramite megafoni e numerosi volontari attenti a prevenire assembramenti.
La manifestazione aveva anche uno slogan: #Ora basta! – Violenza e discriminazione non sono un’opinione.
Va da sé che accanto ai Sentinelli si sono trovati in tanti, persino organizzazioni importanti come Action Aid, Amnesty International, Agedo Milano, Arci Milano, Lodi, Monza Brianza, ma anche tantissime altre realtà piccole e grandi unite in questa iniziativa.
La data del 10 ottobre è stata decisa, ha spiegato Luca Palamini de I Sentinelli, proprio perché a ridosso della discussione in merito alla proposta di legge Zan contro l’omobitransfobia, che approderà in Parlamento martedì 20 ottobre e ribadendo: «Per noi è il momento giusto e necessario per dare una spinta dal basso, per fare sì che questa legge abbia il sostegno di una piazza importante come quella di Milano», aggiungendo che proprio la legge Zan «è un passaggio fondamentale, perché darà maggior garanzia di punibilità nei confronti di chi compie atti di violenza. E a chi – gli omofobi, ma non solo – già si prepara a gridare al bavaglio, diciamo che il confine tra libertà di pensiero e linguaggio che istiga alla violenza è molto labile, ma con questa legge chi pensa che il matrimonio gay sia sbagliato potrà continuare a dirlo, ma non potrà dire che siamo malati, ad esempio: le parole hanno un peso, e non si può continuare a permettere che una persona transgender, un gay, una lesbica debbano subire quello che abbiamo visto finora». (fonte Repubblica)
Ma c’è di più perché il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, in un post su Facebook ha chiesto al Parlamento di accelerare la discussione sul disegno di legge Zan e in tempi rapidi, superando gli ostruzionisti che ne rallentano l’approvazione. E soprattutto ha spiegato:«Stiamo vivendo tempi difficili, ma questo non giustifica che odio, intolleranza e pregiudizio prendano il sopravvento. Non possiamo tollerarlo, come città di Milano e soprattutto come Nazione: possiamo essere migliori di così. Qui non si tratta di politica, ma di diritti umani e come tali – ha concluso – vanno garantiti sempre. Subito una legge contro l’omotransfobia e la misoginia”.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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