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Correva l’anno 1991 quando furono formulati i Principi di Parigi e venne quindi deciso, in Europa, di inserire nei vari Paesi un’Istituzione nazionale per i diritti umani.
In quell’anno in Italia esisteva già un progetto di legge in Parlamento per costruire questa Istituzione, tant’è che era già stato costituito – negli anni ’80 – un organo temporaneo, la Commissione Italiana sui Diritti dell’Uomo, con mandato però limitato.
Purtroppo, pur sostenendo un’esplicita adesione all’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, il nostro Paese si era impegnato a creare la nuova Istituzione negli anni tra il 2014 e il 2019. In effetti, nel corso di questi anni, ci sono stati diversi tentativi di formulare e adottare una legge attuativa; ciò non toglie che, per il mandato 2019-2021, il governo non abbia più fatto alcun riferimento alla questione.
In compenso, esistono diverse commissioni e osservatori – circa 15 organi in totale – che detengono diversi mandati, coprendo molte problematiche relative ai diritti: basti pensare, per esempio, al Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, oppure al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Mauro Palma.
Ha dichiarato Fabrizio Petri, ministro plenipotenziario e presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu): «Ovviamente il fatto che l’Italia non si sia dotata a oggi di un’Istituzione viene regolarmente sottolineato non solo a livello nazionale dalla società civile, ma anche da organizzazioni internazionali quali, in primis, le Nazioni Unite » aggiungendo poi che «Nel Terzo Ciclo della Revisione Periodica Universale, che si è concluso a marzo 2020, l’Italia ha infatti ricevuto 45 raccomandazioni relative alla necessità di creare un’Istituzione nazionale per i diritti umani, tutte accettate dal nostro Paese. È molto importante, pertanto, che l’Italia si doti di una simile Istituzione. Inoltre, e soprattutto, va ricordato che l’esistenza di un’Istituzione contribuisce a una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sui mezzi a loro disposizione a tutela dei diritti umani». (fonte Osservatorio dei diritti)
L’idea di creare delle Istituzioni nazionali fu concepita per la prima volta all’indomani della seconda guerra mondiale e nel 1948 vide la luce la Dichiarazione universale dei diritti umani, di cui abbiamo ampiamente scritto qui, che diventò lo standard per i diversi Paesi.
Nell’Unione Europea attualmente rimangono soltanto cinque Paesi che non dispongono di questa Istituzione e sono Italia, Repubblica Ceca, Estonia, Malta e Romania.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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