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Confesso che ho un debole per Anna Foglietta. Simpatica, brillante, intelligente, bella senza mai essere eccessiva, sopra le righe o supponente. Pertanto sono stato ben contento quando un suo spettacolo è stato inserito nel cartellone della stagione 2019/2020 dell’Auditorium Palazzo Sirena di Francavilla al Mare dal direttore artistico Davide Cavuti. Purtroppo l’emergenza COVID 19 ne ha reso impossibile la messa in scena nella data prevista. Per fortuna, una scelta accorta dell’amministrazione comunale ha consentito la riprogrammazione dell’evento all’aperto venerdì 17 luglio. Ma ancora una volta la sorte non è stata benigna. Un allarme meteo (per la verità rivelatosi fuori misura) ha determinato lo slittamento de “La bimba col megafono (Istruzioni per farsi ascoltare)” alla domenica successiva, rinvio annunciato con un video sui social dalla stessa Foglietta, ironica e sorridente nonostante l’inconveniente che continuava a ostacolare la sua prima nazionale.
“Uno spettacolo confessione. Un monologo tragicomico recitato e cantato. In poco più di un’ora sarete trasportati sulle montagne russe della vita di una donna che fin da bambina si ostina ad arrampicarsi fino a vette altissime, si getta a tutta velocità in euforiche discese, per poi piombare nel profondo sconforto del senso di colpa per il terrore che ha seminato intorno. (…) Attraverso ricordi, canzoni e suggestioni, il pubblico potrà ridere e riflettere sulla vita, la libertà, la rivoluzione. Una storia che racconta di una ostinata convinzione: non si può vivere in una società facendosi solo i fatti propri”. Così le scarne note di regia presentano la pièce.
Come era facile immaginare la Foglietta, al netto di qualche esitazione certamente dovuta all’esordio, domina la scena con grande maestria in un monologo serrato, intenso, al contempo drammatico e leggero. Si sorride a lungo, non si ride mai. La storia narrata, certamente autobiografica ma certamente condivisa da molte altre persone, è seria, davvero seria. Il testo è scritto dalla stessa Foglietta con Marco Bonini, attore, sceneggiatore e scrittore con qualche anno in più sulle spalle. Segnalo questa circostanza perché qualche riferimento “storico” (la citazione di Lotta continua ad esempio) sembra tornare indietro nel tempo al di là di quanto possa aver vissuto una seppur precocissima ragazzina nata nel 1979.
Ma non è questo l’importante. Resta in tutta la sua forza il racconto delle avventure e delle disavventure che segnano il manifestarsi della sensibilità sociale e politica di una bambina romana, di padre abruzzese e madre napoletana. La narrazione è avvincente perché sincera, ingenua, a tratti imbarazzata e imbarazzante, coraggiosa. Una confessione pubblica che, con la crescita della protagonista perde qualche tratto di spensieratezza per farsi problematica, sofferta, mettendo a nudo convinzioni, sentimenti, contraddizioni. La continua evocazione dei soldi spesi nella psicoterapia dà la misura di quanto il sorriso riesca a malapena ad ammantare un disagio vero.
Così, nell’epoca dell’individualismo più sfrenato c’è chi proprio non riesce “a farsi i cazzi suoi”, in tempi di capitalismo trionfante osa definirsi “comunista”, non evoca il femminismo delle copertine patinate, alla moda, ma l’impegno, la fatica e la bellezza di essere donna, madre e professionista. In poche parole va in scena una donna che cerca di fare i conti con se stessa, per di più in pubblico, senza neppure nascondersi dietro un personaggio di comodo. Una donna che ha il coraggio di dichiarare il suo senso di colpa per aver avuto fortuna, per aver ottenuto successo ma che vuole continuare a battersi per gli altri, quelli che non ce la fanno, per una società più giusta.
Lo spettacolo sembra essere lo specchio fedele di Anna Foglietta, una persona complessa e autentica, sincera in modo disarmante. Per questo “La bimba col megafono” merita l’ascolto e l’attenzione che evoca nel titolo, ancor meglio nell’intimità di un vero teatro.
LA BIMBA COL MEGAFONO (Istruzioni per farsi ascoltare)
di Marco Bonini e Anna Foglietta
Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con Stefano Francioni Produzioni
Musiche originali di Davide Cavuti
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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