Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Oxfam Italia ha aderito nel 2010 alla confederazione internazionale Oxfam nata sin dal 1942. In particolare la loro missione è aiutare le diverse comunità a costruire il proprio futuro, affrontando le cause della povertà tra cui disuguaglianze, discriminazioni verso le donne e cambiamenti climatici.
Ed è proprio con il nuovo report pubblicato il 9 aprile scorso, dal titolo Dignità, non miseria che la Ong denuncia l’impatto causato dalla pandemia da coronavirus nel mondo. Purtroppo e in estrema sintesi sono oltre 500 milioni le persone che rischiano di finire sotto la soglia dell’estrema povertà a causa della forte contrazione di consumi e redditi. In pratica, i progressi fatti negli ultimi 10 anni nella lotta alla povertà rischiano non solo di essere azzerati ma addirittura, in alcune regioni del Pianeta, i livelli di povertà tornerebbero a quelli di 30 anni fa.
Purtroppo, asserisce Oxfam, la diffusione del Coronavirus non conosce confini geografici e nemmeno distingue tra Paesi economicamente avanzati, emergenti o in via di sviluppo, ma ci sono estreme disuguaglianze nella capacità dei diversi Stati di tutelare la vita e la salute dei propri cittadini.
È inoltre necessario valutare la mancanza di tutele e prospettive per milioni di disoccupati: solo 1 disoccupato su 5 nel mondo ha accesso a una qualsiasi indennità di disoccupazione; in effetti, molte Nazioni, tra cui l’Italia, hanno introdotto pacchetti economici di stimolo per sostenere imprese e lavoratori, ma la grande maggioranza dei Paesi in via di sviluppo non ne ha la forza. Basti pensare al Ghana, citato da Oxfam come caso emblematico: a inizio anno il Paese era costretto a pagare debiti verso l’estero per un importo superiore di ben 11 volte rispetto alla spesa sanitaria interna.
A proposito del nostro Paese Oxfam Italia scrive sul proprio sito: «Oggi, a seguito dell’emergenza coronavirus, è essenziale che l’importante intervento di supporto al reddito messo in campo con il Decreto Cura Italia, sia strutturato in modo da tenere davvero in conto le diverse condizioni economiche e i diversi bisogni dei cittadini italiani, e ampliato in modo da includere diverse tipologie di lavoratori dai collaboratori domestici ai moltissimi stagionali, che non hanno ancora lavorato quest’anno e che, ad esempio, sono costretti a fare i conti con una stagione turistica (e agricola) mai avviata. Una parte consistente e più fragile della popolazione, senza aiuti immediati può ritrovarsi senza presente e futuro». Aggiungendo: «A fronte del lavoro che il Terzo Settore sta compiendo nella risposta alla crisi, auspichiamo che le misure a favore delle imprese previste dal Decreto Cura Italia possano essere estese ad associazioni, cooperative e agli altri enti no profit».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
Prev Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.