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Istat ha da poco pubblicato un Comunicato Stampa in cui ha fatto il punto sulla situazione abitativa e gli spazi disponibili per chi, di questi tempi, è relegato in casa a causa della pandemia da Coronavirus. È stato così rilevato che gli spazi abitativi, in media, risultano essere sovraffollati e quindi sono inadeguati. Nello stesso tempo è stata considerata l’insufficienza degli strumenti per lavorare e studiare a distanza e, in generale, le troppo scarse competenze informatiche.
Infatti, ha rilevato l’Istituto di Statistica, le abitazioni degli italiani misurano in media 81 metri quadrati, cioè meno dei 95 del Giappone, dei 97 della Spagna, dei 109 della Germania e dei 112 della Francia. Questa misura rende quindi molto disagevole la convivenza forzata per 24 ore al giorno, rendendo molto difficile ricavare per ognuno dei componenti della famiglia spazi adeguati di studio, lavoro e passatempo.
Non per niente Eurostat (l’omologo europeo di Istat) dice che l’Italia – tra i grandi Paesi europei – vive in una condizione più disagiata rispetto agli spazi abitativi, con il 30,9% di nuclei familiari che dispongono di uno spazio inferiore a quelli europei di riferimento, contro l’8,2% della Francia, il 6,3% della Germania e il 5% della Spagna. E, infierisce Istat, il 5% degli italiani vive in abitazioni che hanno problemi strutturali, che non hanno il bagno o la doccia con acqua corrente o che non hanno un adeguato rapporto di luminosità.
Ma i problemi non sono solo gli spazi: in questo periodo si è dimostrato necessario seguire lezioni scolastiche o lavorare da casa attraverso internet, con un’attrezzatura adeguata di cui molte famiglie non dispongono.
Tralasciando per il momento i costi (decisamente alti) per la connessione – che tra l’altro non è attiva ovunque sul territorio, anche se siamo ormai nel 2020 – il 33,8% delle famiglie non possiede né computer né tablet in casa, anche se la quota scende al 14,3% nelle famiglie con almeno un minore. Inoltre solo il 22,2% delle famiglie totali possiede un pc o un tablet per ogni componente, con i relativi problemi che si sovrappongono per necessità diverse dei vari membri.
A tutto questo si aggiunge che non necessariamente chi dispone di un computer sia in grado di usarlo, tanto è vero che lo scorso anno tra gli adolescenti tra 14 e 17 anni che hanno utilizzato internet, ben due su tre hanno rivelato competenze digitali basse, mentre solo tre su dieci si sono attestati su livelli alti.
Anche da qui sarà necessario ripartire: la rete internet andrà implementata, i costi a carico degli utenti decisamente abbassati o annullati e le competenze migliorate, per far fronte a una società che si muove in modo più moderno e dinamico. Poter navigare su internet non è più un lusso o un divertimento, ma una vera necessità.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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