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La prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni unite – Cop26 – si doveva tenere a Glasgow dal 9 al 19 novembre prossimi, ma è stata rimandata.
Del resto, la pandemia da Coronavirus ha reso impossibile i lavori preliminari (che sarebbero eseguibili solo a ottobre, probabilmente) da effettuare per il summit, motivo per cui si è necessariamente dovuto procrastinare l’evento all’anno prossimo, con data da destinarsi.
Infatti l’Unfcc, organizzatore degli eventi Cop, non ha comunicato le possibili nuove date, spiegando che queste verranno segnalate a tempo debito. Anche il governo del Regno Unito, che co-organizza l’evento insieme all’Italia, ha spiegato che, a causa dell’impatto mondiale del Covid 19, sarebbe oltremodo complicato organizzare una Cop26 ambiziosa e soprattutto inclusiva, dopo una Cop25 (di cui abbiamo scritto in questo articolo) piuttosto evanescente e soprattutto inconcludente.
Dopo l’annuncio del rinvio del summit, anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha accolto con soddisfazione la decisione, spiegando che la lotta al Covid 19 rappresenta la priorità assoluta per il nostro pianeta e aggiungendo:«Questa crisi umana drammatica è anche un esempio della vulnerabilità dei nostri Paesi, delle nostre società e delle nostre economie».
Anche le Ong hanno sostenuto la scelta di rimandare la data della prossima Cop, e alcune di esse si sono anche pronunciate con alcune ammonizioni.
Per esempio Oxfam, tramite la dirigente Chema Vera ha espresso la speranza che i vari Paesi evitino di ripetere gli errori commessi dopo la crisi finanziaria del 2008, quando i piani di rilancio delle diverse economie hanno provocato un forte aumento delle emissioni di anidride carbonica.
O ancora si è pronunciata esplicitamente anche Greenpeace International attraverso il direttore esecutivo Jennifer Morgan, spiegando: «L’obiettivo dei governi deve essere ora come ora quello di prendersi cura dei propri cittadini, di stabilizzare la situazione e ricostruire: tutto questo deve essere fatto in modo da creare un mondo più giusto e attento alla tutela del clima, perché la salute ambientale e il nostro benessere dipendono l’una dall’altro». E ha aggiunto che, a suo parere, la sospensione di Cop26 dovrebbe indurre i governi a raddoppiare gli sforzi per intraprendere una via più verde tenendo conto dell’emergenza climatica.
Insomma, secondo molte Ong sarebbe del tutto inaccettabile che tutto tornasse come prima nelle gestioni economiche, cioè senza tenere conto dei problemi presentatisi con lo home working o smart working, le gestioni telematiche delle diverse istituzioni o le esigenze di urgenza sanitaria cui è stato difficilissimo fare fronte e lo è tuttora.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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