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#iorestoacasa. Se ne ho una dove stare

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#iorestoacasa è il Decreto varato dal Governo per contrastare il Coronavirus ed è anche diventato lo slogan per invitare tutti i cittadini italiani a non uscire di casa in questi tempi di vera e propria pandemia causata dal CoVid-19. Passeggiare o giocare per le strade non è salutare proprio a causa del virus che può girare nell’aria con starnuti, semplici chiacchierate o con le urla di entusiasmo dei più piccini.

#iorestoacasa implica però, come fa notare Amnesty International, un duplice problema di diritti umani: quello della salute e di un alloggio adeguato. Infatti, in una nota, l’Associazione che si batte per tutti i diritti umani ricorda che «il diritto alla salute è un diritto universale, che dev’essere garantito a tutti a prescindere dalla loro condizione, status od origine. Nel momento in cui le autorità italiane, opportunamente, invitano la popolazione a rimanere in casa, è necessario che sia garantito un altro diritto fondamentale: quello a un alloggio adeguato».

In effetti è stato recentemente messo in evidenza, tanto dalla Protezione civile quanto dalle associazioni di volontariato laiche e religiose, che in Italia ci sono oltre 50.000 persone che vivono per strada, in condizioni di estrema precarietà, da soli o in piccoli assembramenti di necessità. Pare ovvio che anche a loro andrebbe garantito il diritto alla salute, dal momento che non solo sono fortemente a rischio ma potrebbero mettere in pericolo tutte le persone che incrociano (e sono davvero tante perché si dislocano in punti cruciali della città, sempre molto frequentati).

Ma c’è di più. Infatti, le persone senza fissa dimora infrangono il divieto di rimanere in casa e si trovano fuori senza una valida giustificazione, quindi rischiano di essere denunciate per inosservanza di un provvedimento dell’Autorità che, secondo l’art. 650 del codice penale, prevede l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro.

In realtà un caso si è già verificato a Milano e, anche se la Questura ha fatto sapere che la denuncia non andrà avanti, pare del tutto evidente che questa situazione vada affrontata seriamente e molto velocemente, non è più possibile scantonare e far finta di ignorare il problema. Basta girare per le vie del centro di Milano per vedere (sia in estate che in inverno) in diversi angoli delle strade gli alloggiamenti più che precari fatti con cartoni, coperte e vecchi carrelli contenenti le masserizie la cui vista fa stringere lo stomaco.  In effetti la maggior parte di queste persone si rifiutano, per esempio, di andare a dormire nei dormitori perché temono di venir derubati dei loro preziosi averi. Pare ovvio, tra l’altro, che la soluzione dormitorio in questo frangente diventi assolutamente inadeguata.

Ecco pertanto che, insiste Amnesty, appare evidente che #iorestoacasa assumerà un senso pieno solo se, soprattutto in momenti come questo, le autorità competenti assicureranno a queste persone che non possiedono una casa in cui trovare rifugio, un alloggio provvisorio ma adeguato e sicuro.

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