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Amnesty International pone in rilievo il fatto che oltre 60 Ong statunitensi e internazionali abbiano chiesto formalmente all’Amministrazione Trump, al Congresso , al presidente Donald Trump, all’opinione pubblica americana di porre fine immediatamente alla produzione e all’uso delle mine terrestri anti-uomo e aderire, finalmente, al Trattato Internazionale sulle mine del 1997.
La richiesta delle Ong è stata fatta attraverso una lettera che, in sostanza, è la risposta alla nuova politica di Donald Trump e la sua amministrazione in materia di mine terrestri.
Eccone quindi i passaggi principali, riportati sul sito di Amnesty, associazione che non smette di difendere ovunque i diritti umani:
«Le mine anti-persona sono in sé armi indiscriminate che continuano a mutilare e uccidere anche dopo la fine dei conflitti. Negli ultimi 20 anni il mondo ha rifiutato l’uso delle mine anti-persona attraverso il Trattato internazionale sulle mine, sottoscritto da 164 Stati tra cui tutti i singoli Stati membri della Nato. Pur non avendolo firmato, gli Stati Uniti hanno di fatto aderito a molte disposizioni del trattato, ad eccezione di quelle che vietano l’uso di mine anti-persona nella penisola di Corea. La nuova politica sulle mine divide nettamente gli Usa dai suoi alleati ed è stata condannata a livello internazionale, anche dall’Unione Europea».
È stato inoltre rilevato nella stessa missiva: «Gli Usa non utilizzano mine anti-persona dal 1991, con l’eccezione di un singolo caso relativo al 2002; non le esportano dal 1992 e non le producono dal 1997. Negli ultimi cinque anni le hanno usate solo le forze governative di Siria, Myanmar e Corea del Nord, oltre ad alcuni gruppi armati in aree di conflitto. Degli oltre 50 Paesi che producevano mine terrestri, 41 ne hanno interrotto la produzione. Con questa nuova politica in materia di mine anti-persona, gli Usa torneranno a far parte di un ristretto gruppo di paesi produttori di mine, una compagnia che farebbero meglio a evitare».
Ecco perciò le richieste concrete delle Ong:
«In risposta alla politica annunciata il 31 gennaio dal dipartimento della Difesa in materia di mine anti-persona, noi, le sottoscritte organizzazioni, condanniamo con forza la decisione dell’amministrazione Trump di revocare le attuali restrizioni americane sull’utilizzo delle mine terrestri.
Non resta che attendere le risposte e le reazioni di Donald Trump e del Congresso.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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