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Sono nate in Polonia, nel marzo dello scorso anno, diverse zone ”LGBT Free” dove è lo stesso Stato a promuovere l’omofobia. Obiettivo è discriminare la comunità arcobaleno, soprattutto nel Sudest del Paese.
Sono chiamate in polacco Strefa wolna od LGBT che significa letteralmente zone libere da LGBT. Insomma, luoghi dove non è possibile professare quella che il maggior partito di destra polacco Pis (il cui nome è traducibile in Diritto e Giustizia) definisce “ideologia LGBT”. Una definizione che ricorda tanto l’antica espressione tedesca Judenfrei (libero dagli ebrei) utilizzata dai nazisti.
Purtroppo nel corso dell’anno, molti attivisti sono stati addirittura minacciati di morte per l’organizzazione di cortei o marce dell’uguaglianza che, nei fatti, sono state le marce più prese di mira dalla destra omofoba: vere e proprie squadre armate con mazze e catene hanno picchiato i dimostranti lo scorso luglio, con lo scopo di scoraggiare qualunque azione a favore della parità dei diritti.
E nei fatti, per esempio, le Ong arcobaleno sono escluse da progetti e bandi di concorso e viene impedito loro di affittare spazi per formazione, conferenze ed eventi. (fonte Wired)
Del resto il mantra pronunciato dal Pis è sempre lo stesso: i valori occidentali progressisti non fanno parte dell’identità polacca e quindi sono una minaccia alla storia, alla cultura e alla famiglia; questi valori sono minacciati dall’ideologia LGBT che quindi diventa il nemico da sconfiggere. Ma non soltanto, poiché per la campagna elettorale la destra ha utilizzato dall’inizio un’equivalenza tra omosessualità e abusi sessuali sui minori.
Addirittura la Chiesa polacca attacca ancora più duramente della destra la comunità omosessuale utilizzando il termine “piaga arcobaleno” e, ancor meglio, organizza messe ed eventi per «la famiglia e per la conversione dei peccatori pubblici» durante i quali, solitamente, vengono mostrate immagini oscene dicendo che queste persone vogliono abusare dei bambini. Nessuna prova, naturalmente, ma le persone sono convinte da quanto viene dichiarato e da quello che afferma e ribadisce Tvp, la tv di Stato controllata dal Pis.
Una situazione che dall’esterno si fa fatica a capire, ma le interviste rilasciate a Wired non lasciano dubbi: i soggetti LGBT vengono discriminati, demonizzati e bullizzati in queste zone e purtroppo anche le istituzioni scolastiche si adeguano, lasciando indifese, isolate e vulnerabili le persone omosessuali.
Per cercare di porre un freno a tutto questo, a dicembre il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione chiedendo alla Commissione europea di «condannare tutti gli atti pubblici di discriminazione contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali nelle zone franche LGBT» in Polonia.
Risoluzione che ha solo la portata di una raccomandazione e quindi non è un atto vincolante, adottata con 436 voti favorevoli, 107 contrari e 105 astensioni. Insomma, un ammonimento a comportarsi bene, così un cenno ai diritti umani è stato dato. Forse troppo poco, dal momento che l’Est Europa in generale nel campo dei diritti umani e civili va un po’ dove vuole e troppo spesso non li prende nemmeno in considerazione.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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