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Sono partiti dall’Iran per poi diffondersi a macchia d’olio nel mondo: vengono chiamati muri della gentilezza e sono allestiti in modo che possano venirvi appesi indumenti per chi ne ha bisogno per difendersi dalle intemperie e cioè abiti, indumenti, coperte, berretti che non vengono più utilizzati ma possono aiutare chi non può permettersene uno.
I muri si sono diffusi ovunque anche in Italia; per esempio a Milano, dove un muro è stato riempito da cittadini e cittadine non solo da cappotti e indumenti caldi, ma anche da scarpe, libri, giocattoli e coperte. Inoltre il muro viene approntato su via Luigi Nono e anche nello spazio dell’adiacente Fabbrica del Vapore, messo a disposizione dal Comune di Milano per progetti con finalità sociali, ed è gestito da varie associazioni di solidarietà e volontariato che assicurano a chi arriverà, non solo la possibilità di prendere ciò che gli serve ma se vorrà potrà ricevere anche sorrisi e abbracci, trovando qualcuno con cui parlare.
Di una iniziativa simile, nata nella generosa città di Napoli, avevamo parlato anche in un altro articolo che è possibile andare a leggere qui, e quella bella proposta è stata ripresa e implementata.
Certamente si obietterà che sono tante le associazioni non profit che donano vestiti smessi e quanto serve per sopravvivere, ma nel caso dei muri della gentilezza quello che cambia è proprio il concetto del dono: rendendo anonimi donatore e ricevente si tutela entrambi, e soprattutto si mette al centro il gesto amorevole e spontaneo del dono, senza differenze tra chi dona e chi riceve.
I muri, dicevamo, sono tanti, molto colorati o addirittura prendono forme diverse: a Monza, per esempio, abiti, coperte, sciarpe e maglioni vengono appesi agli alberi e recano un cartello che recita:”Hai freddo? Prendimi”, oppure a Desio (Monza e Brianza) il muro è una vecchia cabina telefonica dismessa.
E ancora, a Trento il muro della Gentilezza è un maxi armadio e viene gestito dall’Ufficio delle Politiche Giovanili del Comune mentre a Bari è stato allestito (grazie all’associazione InConTra)in Piazzetta Balenzano dove la sera già si provvede a servire la cena ai senzatetto. Invece a Bologna non ci sono muri specifici ma la gentilezza non manca: abiti e quanto altro possa servire vengono appesi a transenne o su grate sparse un po’ ovunque in città.
Addirittura nel Comune di Roseto Capo Spulico, in Calabria, non solo è nato il muro, ma è stato fatto della gentilezza un valore istituzionale, facendo perciò nascere l’apposito assessorato. Quindi l’attuale assessore Francesca Perla ha deciso che il muro non esporrà solo vestiario e indumenti, ma anche giocattoli per bambini che non ne hanno.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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