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Violenza donne e bambini: la proposta di WeWorld Onlus

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Tre proposte concrete per prevenire e contrastare la violenza sulle donne e sui bambini. E’ l’iniziativa lanciata ieri da WeWorld Onlus che, in occasione della Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne (25 novembre) e della Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre), ha presentato alla Camera dei Deputai sia il nuovo rapporto Making The Connectionche mette a fuoco a livello globale e italiano le violenze domestiche sulle donne e sui bambini, affrontandole per la prima volta con una visione d’insieme, sia le tre proposte per politiche di prevenzione e contrasto.

Il lancio, a cui hanno partecipato tra gli altri Marco Chiesara, presidente WeWorld Onlus, e Ilaria Antonini, Capo Dipartimento per le Politiche della famiglia, è stato organizzato a cavallo tra le due Giornata proprio per sottolineare ancora di più il legame tra la violenza contro le donne e i bambini/e ed evidenziare per la prima volta in Italia i 6 livelli di connessione che li uniscono: condividono numerosi fattori di rischio, originano dalle stesse norme sociali e culturali, hanno conseguenze comuni, cumulate e combinate, si verificano in maniera concomitante, si trasmettono di generazione in generazione e spesso si sovrappongono nell’adolescenza.

Per questo è necessaria una visione comune che sappia riconoscere i punti di connessione e condivisione tra i due fenomeni, e che tenga conto di questa complessità.

A tal proposito WeWorld ha elaborato tre proposte per politiche di prevenzione e contrasto ai due fenomeni che li affrontino in maniera congiunta:

  • LAVORARE SUL NUCLEO FAMIGLIARE COME DESTINATARIO DI INTERVENTI DI PREVENZIONE – La forma di violenza più diffusa contro le donne e i bambini e le bambine è la violenza domestica, nella quale più soggetti sono coinvolti (donne, bambini/e, adolescenti, uomini maltrattanti). Nello specifico, serve un approccio integrato, che tenga conto della famiglia nel suo complesso e guardi al nucleo famigliare come destinatario di interventi di prevenzione e contrasto. Soprattutto quando la violenza è ancora sommersa e si manifesta sotto forma di violenza psicologica, economica o maltrattamento, è necessario lavorare sull’intero nucleo famigliare, perché le conseguenze della violenza si riversano anche sui bambini/e (ad es. in termini di benessere fisico e/o psicologico, di trasmissione intergenerazionale) e le cause hanno radici in norme sociali e culturali interiorizzate in famiglia.
  • UN NUOVO FONDO PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA CONTRO DONNE E BAMBINI/E. Un’unica direzione strategica pubblica costituisce la premessa per varareun programma e una linea di finanziamento ad hoc per prevenire e combattere la violenza contro le donne e sui bambini/e in cui il terzo settore possa posizionarsi con azioni sinergiche e durature. Si potrebbe istituire un “Fondo per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e sui bambini/e” che favorisca una collaborazione tra Enti del Terzo Settore, soggetti pubblici e privati, altri enti erogatori, e territori, in modo da porre le basi per un’alleanza strutturale tra pubblico e privato. Un fondo che non andrebbe a sostituire i finanziamenti già previsti dal Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne.
  • PREVENZIONE IN AMBITO SCOLASTICO PER STUDENTI E INSEGNANTI- L’intreccio tra violenza contro le donne e contro le/i bambine/i è particolarmente evidente quando si considera la trasmissione intergenerazionale della violenza. In questo senso diventa strategico il potenziamento dei servizi dedicati all’infanzia in un’ottica di prevenzione in ambito sia scolastico sia extrascolastico, che siano in grado di coinvolgere gli studenti e le loro famiglie, gli staff delle scuole e gli educatori. Da una parte implementare iniziative che coinvolgano i bambini maschi vittime di violenza, sia assistita che subita, rappresenta un’area di intervento preventiva di medio-lungo termine con un impatto di sicura efficacia sull’interruzione della trasmissione intergenerazionale della violenza in riferimento ai futuri uomini adulti. Dall’altra, programmare interventi volti a educare, informare e sensibilizzare i/le giovani alla parità di genere e al rispetto delle differenze (es. campagne di comunicazione a loro rivolte, programmi curriculari nelle scuole o attività formative nell’extrascuola), innesca quei cambiamenti culturali necessari a rompere gli stereotipi alla base della violenza contro le donne e i/le bambini. Particolare attenzione ai programmi di prevenzione rivolti agli adolescenti, essendo questa fase della vita un momento cruciale per poter incidere in modo importante e duraturo sulla prevenzione della violenza nei ragazzi e nelle ragazze.

Clicca qui per leggere il rapporto completo.

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