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Esiste in Toscana un ospedale nel cui reparto di pediatria i piccoli pazienti sono in grado di guidare minicar e micromoto. Si tratta dell’ospedale Santo Stefano da Prato in cui è partito da pochi giorni un progetto innovativo per aiutare i bambini ricoverati a superare lo stress del ricovero o la paura di un’operazione chirurgica: un percorso guidato da allegri segnali e cartelloni colorati porta i neo guidatori verso l’ingresso della sala operatoria dove i piccoli parcheggiano il proprio mezzo per affidarsi alle cure amorevoli di infermieri e medici. Nel percorso vengono accompagnati dai clown di corsia che li seguono passo dopo passo.
Ha tenuto a rilevare Maristella Menucucci, responsabile assistente infermieristica: “Un’iniziativa che ha un costo finanziario di meno di 500 euro, ma che ha un valore intangibile inestimabile perché aiuta i bambini in un momento difficile”.
Il progetto è sostenuto dalla direzione dell’ospedale, da Fondazione Ami e anche da Zia Caterina, l’ormai famosa proprietaria del taxi Milano25 che percorre le strade di Prato ed è diventata anche la testimonial del progetto.
Ha spiegato orgoglioso il direttore di Pediatria dell’ospedale di Prato Pierluigi Vasarri: “Il nostro reparto lo scorso anno ha effettuato in totale 123 interventi chirurgici, mentre da gennaio a giugno di quest’anno il numero è stato di 85 operazioni, quindi un’iniziativa di questo genere ha trovato subito il nostro consenso. In effetti, ci siamo basati su diversi studi americani che hanno evidenziato che – dove le minicar sono utilizzate – i bimbi che arrivano in sala operatoria a bordo di questi mezzi giocattolo elettrici sono meno stressati e hanno un risveglio più sereno rispetto agli altri”.
Lo stesso Consiglio della Regione Toscana, nella persona di Nicola Ciolini, si è detto soddisfatto e orgoglioso di questo progetto che, pur non rientrando nella normale prassi sanitaria, dimostra come la sensibilità del personale medico e infermieristico sia importante per indurre serenità nei piccoli pazienti.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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