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Che il cane sia un amico fedele dell’uomo è noto da secoli, anzi ormai spesso viene trattato come un figlio, tant’è che a volte lo rimproveriamo e alziamo la voce con toni alterati. Invece uno studio eseguito dall’Università di Porto, in Portogallo, ha recentemente dimostrato che i cosiddetti “rinforzi negativi” hanno effetti deleteri a lungo termine sulla salute mentale del nostro pur amato Fido.
Spiegano i ricercatori: «Il risultato degli esperimenti che abbiamo condotto mostra che i cani da compagnia addestrati, usando metodi basati sull’avversione, hanno un benessere inferiore rispetto a quelli addestrati usando metodi basati sulla ricompensa, sia nel breve che nel lungo termine. In particolare, i primi assumono comportamenti e posture corporee notoriamente correlati a uno stato di stress, mostrano un aumento dei livelli di cortisolo e sono più “pessimisti” quando affrontano un esercizio cognitivo».
Esperimenti di questo genere erano già stati condotti in passato, ma erano stati concentrati quasi esclusivamente su cani utilizzati dalle Forze dell’Ordine. Invece gli autori del nuovo studio hanno analizzato cani provenienti da scuole di addestramento diverse con 42 esemplari di scuole che prevedono una ricompensa e 52 di scuole che utilizzano metodi più aggressivi tra cui urlare contro gli animali, manipolarli fisicamente o strattonarli al guinzaglio. Ne è emerso che i cani di queste ultime scuole mostravano sintomatici comportamenti associati allo stato di stress emotivo (in particolare sbadigli) e soprattutto avevano livelli di cortisolo molto elevati.
Lo sbadiglio è uno dei principali segnali cosiddetti calmanti del cane: spesso davanti a un rumore improvviso o a una situazione di stress possiamo osservare il nostro animale che si siede, spalanca la bocca e sbadiglia: non è annoiato, sta solo inducendo alla calma la persona davanti a lui di cui il cane sente le urla o percepisce lo stress.
Come è ormai risaputo, avere un compagno canino serve infatti a diminuire proprio lo stress e a sentirsi meno soli, come ha precisamente dimostrato un altro studio di ricercatori dell’Università di Sidney e pubblicato sulla rivista Bmc Public Health.
Hanno infatti scritto i ricercatori: «I neoproprietari di cani si sentono meno soli rispetto a chi ha in mente di prendere un cane ma ancora non lo ha fatto o a chi non è interessato a farlo; l’effetto si verifica in modo estremamente rapido, appena tre mesi dopo aver preso con sé l’animale, e non diminuisce nei mesi successivi. Inoltre, abbiamo raccolto diverse prove del fatto che i proprietari di cani provano meno emozioni negative, tra cui nervosismo e stress».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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