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La rosolia e il morbillo sono malattie che vengono costantemente monitorate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Infatti uno studio dell’Oms e dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) spiega che, grazie ai grandi progressi nella lotta a favore del vaccino per la rosolia, oggi risulta protetta oltre la metà dei bambini nel mondo.
In effetti la rosolia è una malattia esantematica che normalmente si presenta con febbre ed eruzione cutanea e di per sé non è pericolosa come il morbillo ma, se a contrarre il virus è una donna all’inizio della gravidanza, nel 90% dei casi viene trasmesso al feto (cosiddetta rosolia congenita) con conseguenze davvero molto gravi come aborto spontaneo, morte alla nascita oppure gravi disabilità permanenti del neonato, tra cui cecità, sordità e problemi cardiaci. L’eventuale immunizzazione alla rosolia viene individuata attraverso il rubeo-test, un esame del sangue che si consiglia di fare a tutte le donne prima del concepimento.
Infatti, secondo il rapporto, oltre ottanta Paesi hanno eradicato la malattia e debellato il virus, ma l’Italia non è tra questi. In realtà, grazie all’ampliamento dell’accesso alle vaccinazioni, molti Paesi considerano ormai la rosolia come una malattia del passato e tra questi, per esempio, Bangladesh, Iran, Kirghizistan, Bulgaria e tanti altri. Invece nel nostro Paese, sebbene i casi siano in calo rispetto al 2017, nel 2018 se ne sono registrati ancora 24. Un numero che ci vede terzi in una classifica europea, dopo Germania (58 casi) e Polonia (459).
Purtroppo si stima che nel mondo siano circa 100.000 i bambini che nascono con sindrome da rosolia congenita e anzi, riporta lo studio Oms, «nonostante i progressi significativi degli ultimi anni, 26 Paesi nel mondo devono ancora introdurre il vaccino».
Naturalmente l’unico modo per garantire l’immunità alla rosolia è raggiungere in ogni Paese il 95% di persone vaccinate al fine di ottenere la cautelare immunità di gregge che protegge indirettamente anche coloro che, per vari motivi, non è stato possibile sottoporre a vaccinazione. Intanto però sono stati fatti grandi passi ed è necessario continuare.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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