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Ogni anno è il presidente degli Stati Uniti a stabilire il numero dei rifugiati da insediare nel Paese nei 12 mesi successivi e quest’anno il presidente Donald Trump ha fissato a 18.000 il numero di coloro che saranno ammessi nel 2020.
L’informazione arriva da Amnesty International che ha spiegato che il presidente stesso ha anche emanato un ordine esecutivo per consentire alle amministrazioni locali e statali di rifiutare nei loro territori coloro fatti entrare nei confini nazionali dai programmi federali.
Inoltre tra i rifugiati saranno incluse 5.000 persone che hanno subìto persecuzioni religiose nei propri paesi, 4.000 iracheni che hanno collaborato con gli Stati Uniti e 1.500 persone provenienti da El Salvador, Guatemala e Honduras.
Se si pensa che per l’anno in corso, il 2019, il numero dei rifugiati da reinsediare negli Stati Uniti era stato di 30.000 persone – che pure era già il numero più basso da quando è stato istituito il programma di riammissione – è conseguenza logica capire l’indignazione di chi, come Amnesty, ha a cuore i diritti umani.
Ha, infatti, dichiarato Ryan Ace di Amnesty International Usa che il numero di richiedenti asilo deciso da Donald Trump non fa che riflettere il tentativo della sua amministrazione di alimentare odio e pregiudizi in un Paese che, tempo fa, considerava propri valori come dignità, eguaglianza ed equità, spiegando contemporaneamente come alla stessa amministrazione poco importi offrire protezione a chi ne ha bisogno.
E ha proseguito deciso: «Sfortunatamente, il numero stabilito dall’amministrazione Trump non si basa sui fatti. I fatti dicono che gli Usa possono accogliere molti più rifugiati, come hanno fatto per decenni. Si tratta di una decisione puramente politica, che non poteva arrivare in un momento peggiore»; per poi concludere: «Il presidente sta abusando dei suoi poteri sfruttando persone che cercano solo salvezza solo per alimentare un clima di ostilità e di paura. Nonostante la vasta maggioranza degli statunitensi sostenga l’accoglienza dei rifugiati, quest’amministrazione sia facendo a pezzi le protezioni e i valori tradizionali per i suoi meri interessi».
Amnesty segnala che, prima dell’attuale amministrazione, la media delle persone accolte negli Stati Uniti a partire dal 1980 era di circa 95.000 persone all’anno e che, nel mese di settembre di quest’anno, sono stati oltre 360 i parlamentari di 46 Stati degli USA a sollecitare il presidente a ripristinare quella media. Naturalmente invano.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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