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L’Etiopia è il paese più spoglio del continente africano, ma ha annunciato di aver piantato oltre 350 milioni di alberi in meno di un giorno per cominciare a ricreare il patrimonio forestale perduto negli anni.
L’iniziativa, dal nome Green legacy, è stata lanciata dal capo del governo Abiy Ahmed, primo ministro dal 2018, e rilanciata dai ministri della Salute Amir Aman e dell’Innovazione e tecnologia Getahun Mekuria.
Sono stati circa 107 milioni gli etiopi che il 29 luglio hanno piantumato circa tre alberi a testa, ma altri enti hanno preso parte all’evento, come l’ambasciata britannica ad Addis Abeba, la compagnia aerea Ethiopian Airlines e la missione dell’Unione Europea nel Paese africano.
Addirittura è stato stabilito un record mondiale di collocamento di piante, precedentemente stabilito dall’India nel 2017 che aveva piantato 66 milioni di alberi nello stesso lasso di tempo.
Ma il vero e lungimirante obiettivo è quello di piantare, nel corso di quest’anno, 4 miliardi di alberi, dal momento che, secondo i dati forniti da Farm Africa sino al 24 giugno il numero di alberi piantati era già di circa 2,6 miliardi. Il traguardo perciò è ambizioso ma non impossibile da raggiungere, soprattutto considerando che l’Etiopia è passata dal 30% di territorio coperto da foreste della fine del diciannovesimo secolo all’attuale misero 4%.
Dunque, è stata dichiarata guerra ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale anche perché le desertificazioni che minacciano i territori rischiano di colpire soprattutto i contadini etiopi che potrebbero essere costretti a diventare migranti climatici non avendo più possibilità di sopravvivenza.
Green legacy perciò è nata anche per contenere le emissioni di gas serra, seguendo le indicazioni di un recente studio, pubblicato sulla rivista Science da studiosi svizzeri, che indica come la piantumazione sia la soluzione più efficace per contrastare il riscaldamento globale, sottolineando che ci vorrebbero però almeno mille miliardi di nuovi alberi per immagazzinare almeno due terzi delle emissioni di gas serra.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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