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Una delegazione di Amnesty International ha visitato il centro di “emergenza temporanea” di Homestead in Florida, Stati Uniti.
A Homestead vengono ospitati oltre 2.000 minori migranti di età compresa tra i 13 e i 17 anni e, secondo la nota Ong, «è uno degli esempi più crudeli e inumani delle politiche dell’amministrazione Trump in materia d’immigrazione».
Infatti, in base al diritto internazionale, i minori non dovrebbero essere posti in detenzione se non in circostanze estreme e in ogni caso gli Stati sono obbligati a perseguire il migliore interesse del minore.
In realtà i minori detenuti a Homestead non soltanto non hanno commesso alcun reato, ma l’unico motivo per cui vengono trattenuti è la loro condizione di migranti privi di documenti.
La situazione di questi minori è da ritenersi ancora più grave se si pensa che vengono bloccati per settimane e addirittura mesi lontani dalle proprie famiglie e che le persone che lavorano nel centro non sono soggette agli stessi controlli rigorosi effettuati nelle strutture organizzate. Addirittura, informa Amnesty, le ragazze presenti a Homestead devono presentare un modulo di richiesta se necessitano di assorbenti aggiuntivi, con ulteriore umiliazione per un diritto assolutamente naturale.
Naturalmente la maggior parte dei minori è arrivata dal Centro America; dopo aver viaggiato per migliaia di chilometri, i ragazzi, accompagnati da parenti o adulti cui erano stati affidati, sono stati separati alla frontiera da chiunque li avesse fin lì avuti in custodia.
Tra l’altro, sottolinea l’Ong, «il regime detentivo è pessimo e feroce: cure mediche inadeguate, regolamenti rigidissimi, obbligo d’indossare un badge con codice a barre da scansionare ogni volta che si passa da un edificio a un altro, “domandine” da compilare per ogni necessità».
Ecco quindi che Amnesty ha compilato e diffuso un appello affinché le autorità pongano rimedio a questa situazione; l’appello si può leggere e firmare direttamente qui.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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