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Greenpeace, la nota associazione ambientalista, prosegue la sua lotta contro i cambiamenti climatici e questa volta punta il dito contro il nostro Paese.
In effetti, dopo i fenomeni atmosferici che stiamo vivendo di cui è stato peraltro scritto nell’editoriale di questa settimana, in una nota Greenpeace scrive che «la grandine sulle spiagge in piena estate, le tempeste in Emilia e nelle Marche, i venti oltre i 150 km orari, le ondate di calore seguite dal crollo delle temperature, gli incendi, i morti, i feriti e i dispersi altro non sono che l’evidenza del fatto che l’emergenza climatica la viviamo ormai sempre più spesso» aggiungendo però che in Italia questa emergenza è ormai ridotta ad uno strumento di lotta politica e campagna elettorale.
Ecco quindi qui di seguito i suggerimenti della stessa Greenpeace su quanto sarebbe auspicabile facesse il governo italiano per contrastare i cambiamenti climatici:
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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