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Della guerra in Yemen e della richiesta di fermare la produzione italiana di armi destinate a quel conflitto avevamo scritto poco più di un mese fa in questo articolo.
Ora è la volta di Save the children fare il punto della situazione. Spiega la nota Ong che oltre 2.770 bambini sono stati uccisi e oltre 4.730 sono stati feriti a causa della brutale guerra in corso. Dichiara l’Associazione: «Oltre 7.500 minori di cui quasi la metà (il 47%) vittime di bombardamenti aerei condotti nella maggior parte dei casi dalla Coalizione a guida saudita. Dalla firma dell’accordo di Stoccolma avvenuta a dicembre scorso, 8 minori ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi ferite. I nuovi dati diffusi dalle Nazioni Unite (alla fine di dicembre 2018) sui bambini vittime del conflitto in Yemen sono l’ennesima dimostrazione del prezzo altissimo che i minori continuano a pagare sulla propria pelle».
Il portavoce di Save the Children, Filippo Ungaro ha affermato che tutto questo deve immediatamente finire, poiché i bambini continuano a essere le vittime principali di violenze e costretti ad assistere alla devastazione delle loro abitazioni e delle loro comunità. «Siamo particolarmente preoccupati anche dal forte impatto psicologico che le violenze hanno sui minori e dalle conseguenze a lungo termine sulla loro salute mentale, specialmente se queste ferite non vengono curate in tempo, oltre che dalla diffusione della malnutrizione e delle malattie che in queste condizioni per i bambini si rivelano mortali. È quindi urgente e fondamentale che i governi internazionali facciano pressione sulle parti in conflitto per mettere fine ai combattimenti e risparmiare le vite intrappolate nel conflitto dei bambini yemeniti. È inoltre molto importante assicurare alla giustizia tutti coloro che si stanno rendendo responsabili dei continui attacchi contro i civili e contro le infrastrutture».
Inoltre, per tenere alta l’attenzione su questo tremendo conflitto, l’Associazione internazionale ha lanciato la campagna “Stop alla guerra sui bambini” alla quale è legata una petizione che ha già superato le 108.000 firme e che è possibile firmare qui.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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