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Il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore, è stata tre giorni in missione in Messico, per verificare i numeri impressionanti delle migrazioni di giovani e giovanissimi verificate nei primi mesi di quest’anno.
Infatti sono stati registrati circa 15.500 bambini e giovani nei primi quattro mesi – cioè 130 al giorno – stando alle stime dell’Istituto nazionale per le migrazioni; la cifra rappresenta un aumento di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Ha sostenuto in una nota la stessa Fore: «La maggior parte di questi bambini e giovani proviene da Honduras, Guatemala ed El Salvador, paesi dove il tasso di omicidi adolescenziali è tra i più alti al mondo», evidenziando tra l’altro come il Messico sia stato per decenni un paese di origine, di transito e di destinazione per famiglie in fuga dalla povertà, dalla violenza delle bande, dall’estorsione e dalle minacce di morte. Inoltre spiega che da tempo il Paese accoglie anche i migranti rimpatriati dagli Stati Uniti, dichiarando che «se non si affrontano le cause profonde di questi flussi migratori, è improbabile che la situazione cambierà».
Infatti il direttore Unicef ha spiegato di aver incontrato, durante la sua pur breve missione, persone in attesa che la loro domanda di asilo venisse esaminata dagli Usa oppure altre che sono vissute per anni negli Stati Uniti ma sono state rimpatriate e devono affrontare un futuro pieno di incognite, altre ancora arrestate alla frontiera con gli Usa e ricacciate indietro. Ha aggiunto anche: «Ovunque si trovino e qualunque sia la loro storia, questi bambini sono prima di tutto e soprattutto bambini. Hanno bisogno di essere protetti in tutte le fasi del loro viaggio migratorio».
Da queste premesse è nato quindi l’appello ai Paesi a:
Infatti soltanto un impegno e un coordinamento di tutti i Paesi coinvolti nella crisi migratoria in America Latina potrà consentire un buon risultato.
Unicef è pronto a contribuire al “Comprehensive Development Plan” (Piano di sviluppo globale) che Messico e altri Stati hanno coordinato, cercando di attuare un programma che possa garantire una scolarizzazione sicura per almeno 500.000 bambini.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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