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È iniziato il caldo ed è stato rilevato come ogni anno, durante i mesi estivi, muoiano parecchi cani irresponsabilmente lasciati chiusi nelle automobili dei loro proprietari.
In realtà non esiste obbligo di intervenire in questi casi, ma è ovvio che chiunque ami gli animali senta la necessità di soccorrerli e farli uscire, senza però farsi domande sulle possibili conseguenze del proprio gesto.
Anzitutto è necessario considerare dove si trovi l’auto, se per esempio sia esposta al sole con i finestrini chiusi e in una giornata di caldo elevato, nel qual caso il rischio di un malore importante e persino funesto per l’animale è elevato.
La successiva azione necessaria è la valutazione delle condizioni dell’animale: se il cane è vigile e non presenta segni di sofferenza, non è abbattuto e respira bene, la cosa migliore è cercare il proprietario che, quasi certamente, si troverà poco distante.
Se invece l’animale appare in difficoltà, è sdraiato, gli è difficile respirare è meglio chiedere con urgenza l’intervento di Polizia Locale o Carabinieri che potranno provvedere ad aprire l’auto. È sconsigliato, invece, rompere il vetro per aprire l’auto, dal momento che si rischia una denuncia. Si sottolinea che, anche se in alcuni casi potrebbe non scattare la denuncia del reato di danneggiamento per stato di necessità conclamata (art. 54 del Codice Penale), è possibile che venga chiesto il risarcimento al proprietario del danno procurato con la rottura di un finestrino dell’auto.
Tutti ormai siamo a conoscenza che un animale non dovrebbe mai essere lasciato in auto né durante le giornate calde né durante quelle invernali. In particolare, in estate, all’interno dell’autoveicolo la temperatura può aumentare di 20° centigragradi in 20 minuti e un cane lasciato senza acqua né aria a quelle temperature potrebbe perdere la vita in soli 6 minuti.
Ma lasciare il cane chiuso in auto è anche un reato e in particolare:
Il primo è un delitto, il secondo, più lieve, è una contravvenzione, e si differenziano tra loro per il diverso atteggiamento soggettivo di chi compie il reato.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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