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Lactalis, colosso alimentare francese della famiglia Besnier, ha aperto un dossier per l’acquisizione di Nuova Castelli, azienda leader nel settore della produzione e distribuzione dei grandi formaggi DOP italiani e quasi sinonimo di Parmigiano Reggiano Dop. Oltre a questo, i prodotti di eccellenza di Nuova Castelli sono: Grana Padano DOP, Gorgonzola DOP, Taleggio DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Pecorino Toscano DOP e Mozzarella STG.
L’azienda italiana ha stretto negli anni importanti accordi con i produttori di base, in uno spirito di reale promozione e valorizzazione della filiera. Tutto il latte per la produzione dei formaggi DOP proviene, infatti, da stalle e allevamenti dei comprensori di produzione previsti dalla normativa in materia. E proprio per offrire il meglio sul mercato che Nuova Castelli ha avviato, in concomitanza con le disposizioni del DL152/97, il Sistema per la Gestione della Qualità. Da quel momento in poi ogni impianto e relativo sistema di gestione è sempre stato adeguato ai più stringenti standard vigenti nel settore sotto un quotidiano rigoroso controllo interno e attraverso verifiche di Enti esterni.
L’acquisizione da parte di Lactalis avrebbe una valenza strategica per l’azienda francese che ha già comprato nel nostro Paese diverse aziende latteo-casearie dal nome famoso: Parmalat, Locatelli, Galbani, Invernizzi e Cademartori. La stessa valenza che spingerebbe Granarolo a interessarsi a Nuova Castelli che è stata fondata nel 1892 ed è quindi un marchio storico del settore alimentare italiano.
Proprio in riferimento alla storicità dell’azienda è intervenuta Coldiretti nella persona del presidente Ettore Prandini che ha spiegato che la vendita ai francesi del Parmigiano Reggiano andrebbe fermata, per «non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis, quando si perse la grande occasione per il Paese di fare sistema». Ma aggiunge anche: «La difesa dei marchi storici è necessaria perché si tratta spesso del primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti; inoltre può finire con il trasferimento di marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali».
Per questi motivi Prandini ha chiesto al Mise di aprire un tavolo sulla questione e applicare anche al Parmigiano Reggiano la tutela del made in Italy che prevede l’obbligo, per i marchi italiani, di produrre sul territorio nazionale.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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