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Nel 2016 sono entrate in vigore anche nel nostro Paese le norme riguardanti l’apposizione di immagini choc che dovrebbero servire a convincere i fumatori a smettere. Ma queste immagini funzionano davvero?
Uno studio condotto dai ricercatori della James Cook University di Townsville (Australia) ha analizzato il packaging delle sigarette e l’impatto che questo può avere sui consumatori.
Senza troppe sorprese lo studio ha rilevato che solo i fumatori adolescenti sono colpiti e intimiditi dagli avvertimenti grafici, al contrario dei più adulti su cui hanno poco effetto.
Anche se queste immagini non funzionano per tutti, almeno hanno sensibilizzato i più giovani.
Ha affermato infatti Aaron Drovandi, capo ricercatore di questo studio: «Abbiamo scoperto che gli avvertimenti grafici aumentano la consapevolezza degli adolescenti sui pericoli dell’uso del tabacco».
Il campione analizzato è stato, tra i giovani, di 16.000 ragazzi tra gli 11 e i 19 anni e I risultati di questa ricerca sono positivi ed evidenziano come le immagini scoraggino i giovani al momento dell’acquisto delle sigarette o tabacco. Risultato ottimo e soddisfacente, soprattutto se consideriamo che la maggior parte dei fumatori prende il vizio proprio in età adolescenziale.
Ma in una nota sul sito dell’Università, proprio Drovandi osserva: «Quando la stessa immagine o lo stesso avvertimento sono usati molte volte, e questo riguarda in particolare le persone più anziane, smette di fare effetto». Pertanto consiglia un ricambio continuo delle immagini che non consenta l’assuefazione visiva continuando a scatenare il giusto effetto su chi si trova ad acquistare il pacchetto.
Dallo stesso studio è emerso che le immagini che più hanno funzionato come deterrente e colpito i giovani sono quelle che raffigurano malattie orali, quelle esplicite di tumori e quelle che raffigurano eventuali danni fetali o ai bambini.
I risultati della ricerca puntano sulla sensibilizzazione al problema, ma si scontrano costantemente contro le multinazionali del tabacco che hanno invece la necessità di continuare a vendere i loro prodotti e reclutare nuovi clienti.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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