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No alle estrazioni di petrolio nelle Isole Lofoten

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La Norvegia ha deciso di proteggere le acque artiche che bagnano le coste e i fiordi delle Isole Lofoten, Vesteralen e Senja, aree del Paese che ospitano ecosistemi unici e sono comunque finora rimaste esenti dalle attività estrattive di petrolio.

È stato il Partito laburista norvegese a comunicare alcune settimane fa che ritireranno qualunque appoggio alle perforazioni petrolifere in quella zona, conosciuta come LoVeSE dalle iniziali delle diverse isole nell’Artico norvegese.  Del resto, pur non governando, il Partito Laburista è il più grande in Parlamento e, insieme con altri partiti minori al Governo, è riuscito a fare in modo che questo divieto sia diventato maggioritario e permanente.

Le Isole Lofoten sono oggi considerate un ecosistema unico al mondo: pur trovandosi a Nord del Circolo Polare Artico, hanno un clima temperato grazie al passaggio della Corrente del Golfo. Si tratta di una serie d’isolotti collegati tra loro da una serie di ponti che in estate offrono un paesaggio fatto di pascoli, monti e insenature con casette colorate, mentre in inverno il bianco della neve riflette paesaggi incantati. È da queste isole che arriva la tecnica di seccare i pesci di merluzzo, che vengono quindi definiti “stockfish” (stoccafisso) dopo esser diventati duri come pezzi di legno e inattaccabili dalla muffa grazie alla temperatura dell’aria, ai venti che provengono da Sud Ovest e alla Corrente del Golfo. In questo modo, appeso ad appositi tralicci, il pesce secca completamente senza congelare, marcire o creare muffe.

Ma le acque delle Lofoten attraggono anche una forte concentrazione di cetacei più alta al mondo, mentre le cime dei suoi monti sono una delle più grandi aree di nidificazione in Europa di uccelli marini.

Purtroppo pare che l’area di queste isole norvegesi sia anche ricca di sedimenti petroliferi e la decisione del Partito Laburista insieme agli altri ha completamente spiazzato l’industria petrolifera norvegese.

Del resto, la zona è protetta dalle attività petrolifere sin dall’anno 2001 grazie a una serie ininterrotta di divieti temporanei susseguitisi con i vari governi, ma, a ogni scadenza del divieto di turno, il pericolo era dietro l’angolo. Per questo motivo è arrivata la decisione del governo norvegese di fare in modo che l’area sia protetta dal petrolio in modo permanente.

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