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Un recente rapporto pubblicato dalla Commissione Europea (STECF) spiega che addirittura l’87 per cento degli stock ittici del Mare Mediterraneo è fortemente a rischio poiché, essendo sottoposto ad una pesca intensiva ed eccessiva, il mare si sta svuotando.
È intervenuto anche il MedReAct, un’organizzazione nata pochi anni fa per il recupero della biodiversità marina nel Mediterraneo che precisa addirittura che il 50 per cento del pescato italiano proviene dal Mar Adriatico, un braccio di mare che è a forte sfruttamento pesca da decenni e ormai da anni deteriorato ancora di più da inquinamento e cambiamenti climatici.
Secondo MedReAct la ricetta adatta per contrastare lo svuotamento dei mari consiste nella costruzione di aree di restrizione alla pesca, cioè zone precise e delimitate in cui i pesci possono riprodursi e crescere ai fini del ripopolamento. È infatti nato fin dal 2016 l’Adriatic Recovery Project che ha istituito le Fishery Restricted Areas (Aree di restrizione di pesca) nelle acque internazionali dell’Adriatico stesso per il recupero di specie importanti come il merluzzo (oggi sull’orlo del collasso) e un “polmone” per il ripristino della biodiversità.
Per esempio questo è stato attuato nella Fossa di Pomo in centro Adriatico e sono stati gli stessi pescatori a confermare un sensibile aumento della pesca al di fuori da questa riserva nelle zone limitrofe.
Ha dichiarato Domitilla Senni di MedReAct, coordinatrice della campagna internazionale Adriatic Recovery Project: «Considerato il risultato positivo di questa chiusura, la politica italiana dovrebbe avere il coraggio di sostenere la creazione di una zona di restrizione alla pesca anche nel canale di Otranto, dove, oltre a importanti habitat per le specie ittiche, si trovano anche coralli bianchi di profondità e colonie del rarissimo corallo bamboo».
In effetti, proprio in questo articolo avevamo scritto del ritrovamento di una barriera corallina nel nostro mare, a riprova delle meraviglie che può ancora nascondere se protetto in modo adeguato
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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