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L’Aifa: in Italia c’è un consumo eccessivo di antibiotici

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L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha pubblicato una ricerca specifica sul tema dell’uso eccessivo di antibiotici che, se non strettamente necessari, incidono sui batteri facendoli diventare sempre più forti e fanno sviluppare quindi il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, di cui, peraltro, avevamo parlato in questo articolo

Viene naturalmente sottolineato come il fai-da-te sia assolutamente controindicato nell’assunzione di farmaci e antibiotici e come debbano essere assunti solo dietro prescrizione medica.

I dati del rapporto, dal titolo L’uso degli antibiotici in Italia – Rapporto Nazionale anno 2017, pur dimostrando un lieve calo nell’assunzione di antibiotici, raccontano anche di un consumo italiano superiore alla media europea.

Infatti nel 2017 sono state assunte 21,8 dosi al giorno per mille abitanti, mentre l’anno precedente erano 23,5 dosi; il consumo è maggiore nel Sud del Paese con 26,5 dosi al giorno, poi nel Centro con 22,8 e infine nel Nord con 18 dosi giornaliere.

Sono diversi i tipi di antibiotici verso cui è stato puntato il dito, primo tra tutti l’amoxicillina più acido clavulanico (il nome commerciale di marca è Augmentin, ma esistono molti generici).

Riporta Aifa: «I dati contenuti nel rapporto suggeriscono un probabile sovra-utilizzo di questa associazione laddove potrebbe essere indicata la sola amoxicillina, che ha uno spettro d’azione più selettivo e ha quindi un minor impatto sulle resistenze. Ciò è particolarmente evidente nella popolazione pediatrica. Tale fenomeno è in contrasto con l’indicazione contenuta in molte linee guida, secondo le quali l’amoxicillina è considerata la terapia di prima scelta per il trattamento in ambito territoriale delle infezioni batteriche più frequenti in pediatria, quali la faringotonsillite streptococcica e l’otite media acuta».

In modo particolare, colpisce nel rapporto Aifa che la metà dei bambini italiani nel primo anno di vita consumi almeno una confezione di antibiotici e «questo valore si mantiene pressoché costante fino ai sei anni di età, sottolineando la necessità di porre una particolare attenzione all’uso degli antibiotici in questa fascia di popolazione».

E viene inoltre spiegato: «Buona parte delle affezioni respiratorie, per le quali viene effettuata la prescrizione di antibiotici, sono a eziologia virale, che in genere guarisce spontaneamente entro pochi giorni; secondo le linee guida, in assenza di segni che orientino per un’eziologia batterica e nei casi che lo consentono, è bene ritardare di 2-3 giorni l’inizio di un’eventuale terapia antibiotica (vigile attesa), anche in considerazione di una minore efficacia nel prevenire eventuali complicanze batteriche».

Poi ci sono altri antibiotici cui fare attenzione e sono i fluorochinoloni di cui è nota la capacità di indurre velocemente resistenza e di rischi collaterali già noti ma addirittura in aumento. I principi attivi di questi antibiotici sono Ciprofloxacina, Lévofloxacina, Moxifloxacina, Norfloxacina, Fluméquine, Ofloxacina. Questi farmaci sono validi per varie infezioni dell’apparato respiratorio,urinario e gastrointestinale, ma vanno assunti sotto stretto controllo medico e possibilmente evitati in pazienti di età superiore ai 75 anni.

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