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È stata del Pub&Shop “Vale la pena” l’iniziativa singolare di offrire tranci di pizza bianca gratuita. Vale la pena è nato come birrificio a coronamento di un progetto di integrazione sociale e professionale, a Roma in via Eurialo 22, nel quartiere San Giovanni.
L’iniziativa è stata della Onlus Semi di Libertà con il suo presidente e fondatore Paolo Strano che ha impiegato e formato detenuti in articolo 21 (ammessi al lavoro esterno al carcere) per produrre birra. L’obiettivo era quello di ridurre le recidive che sono pari al 70 per cento tra chi non può godere di misure alternative al carcere, mentre si abbattono drasticamente al 2 per cento tra chi viene inserito in un percorso produttivo.
La produzione di birra è stata scelta perché è un prodotto che si vende bene senza avere grandi costi ma soprattutto perché, afferma Paolo Strano, «La birra è convivialità, mentre ne bevi una possiamo comunicarti i nostri temi. E in questo caso la divulgazione è fondamentale quanto la capacità di abbattere le barriere sociali e i preconcetti che molti si portano dietro». Il progetto risale al 2014 ma il pub ha aperto i battenti lo scorso ottobre e ora “raddoppia l’attività”. Infatti pochi giorni fa è apparso un post sul sito Facebook della birreria con una foto in cui è inquadrato un cesto pieno di sacchetti di tranci di pizza bianca. Già il solo tag #Romagentile invita ad avvicinarsi, ma il messaggio che lo accompagna è ancora più esplicativo: «Hai bisogno? Prendi questa pizza bianca, per noi è una eccedenza».
Sono poi indicati gli orari e i giorni in cui è possibile trovare la pizza: dal mercoledì alla domenica dalle 18 alle 19, ogni settimana.
Afferma con orgoglio Paolo Strano che tutti i lavoratori del pub Vale la pena sarebbero felici se questa iniziativa fosse contagiosa sottolineando infatti: «A noi il tema degli esclusi, degli ultimi, sta particolarmente a cuore per via della natura inclusiva del nostro progetto. Ma mi sento di lanciare un vero e proprio appello a tutti i ristoratori: fate un gesto gentile come il nostro. A voi non costa nulla e avrete non solo la soddisfazione di aver contribuito al benessere di persone in difficoltà, ma ne avrete anche un ritorno di immagine, come dimostra la popolarità del nostro post su Facebook (che in meno di un’ora ha ottenuto 800 click) anche se volutamente non abbiamo inserito il nostro logo per non dare adito a strumentalizzazioni. Una buona azione, per voi e per gli altri, di questi tempi, è particolarmente significativa e aiuta a costruire una attività sana che restituisca almeno in parte quanto di buono si ottiene».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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