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In generale si pensa che la sabbia sia infinita, eppure è la seconda risorsa più sfruttata al mondo, dopo l’acqua. Infatti nel mondo vengono utilizzate ogni anno circa 15 miliardi di tonnellate di questo materiale e la richiesta è in continuo aumento, tant’è che negli ultimi 30 anni è cresciuta del 360 per cento. A questi ritmi arriveremo all’utilizzo di 40 miliardi di tonnellate di sabbia nel 2050 e sarà insostenibile per il nostro pianeta, considerando i tempi di rinnovamento della risorsa.
Infatti la sabbia si forma in modo naturale con un processo lentissimo che inizia dall’erosione della pietra, viene trasportata dalle acque di torrenti e fiumi e, solo dopo un periodo che varia tra i cento e i mille anni, raggiunge i mari e gli oceani.
Può sembrare incredibile l’utilizzo di tutta questa quantità di sabbia, ma nelle società contemporanea viene impiegata in svariati modi, come per esempio chip per computer, vetro, lavorazione dei metalli, pannelli solari o nell’industria del fracking (fratturazione idraulica) per estrarre gas naturale. La tecnica del fracking consiste nel perforare il terreno fino a raggiungere le rocce che contengono i giacimenti di gas naturale e successivamente iniettare un getto ad alta pressione di acqua mista a sabbia e altri prodotti chimici per provocare l’emersione in superficie del gas.
Ma è il settore delle costruzioni e dell’edilizia quello più affamato di sabbia poiché ogni tonnellata di cemento richiede circa 7 tonnellate di questo materiale misto a ghiaia. Ed è utile sottolineare che la sabbia idonea per le costruzioni è quella marina, poiché i suoi granelli si aggregano meglio.
Purtroppo la nostra società continua ad avere bisogno di cemento, come spiega in dettaglio da un reportage di Les Echos e, tenendo presente che la popolazione mondiale aumenterà nei prossimi anni, la sabbia non sarà più accessibile a tutti.
Naturalmente è la Cina che fa la parte del leone nel consumo di sabbia, poiché ne usa circa il 60% di quella estratta in tutto il mondo: basti pensare che tra il 2011 e il 2013 il Paese ha utilizzato più cemento di quanto ne abbia usato gli Stati Uniti in un secolo.
Tanti altri Paesi utilizzano in modo anomalo questo materiale come per esempio Dubai per costruire un arcipelago artificiale o Singapore che con la sabbia ha “rubato” aree di mare a causa dell’aumento della popolazione.
C’è certamente modo di ovviare a questo sperpero di sabbia, per esempio adoperando calcestruzzo riciclato, ma l’utilizzo è ancora molto ristretto.
Un altro modo sarebbe quello di costruire in modo diverso, per esempio edifici in legno. Questi edifici, se da un lato avranno bisogno di una maggiore cura per mantenere il legno in ottimo stato, dall’altro saranno assolutamente sostenibili, con prezzi molto ridotti e avranno ottime prestazioni per quanto riguarda la sicurezza sismica. Potrebbe essere un modo completamente diverso e innovativo di rivedere le nostre costruzioni.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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