Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – UNHCR – e l’UNICEF hanno lanciato un appello affinché gli Stati europei agiscano con urgenza in modo che nessun bambino nasca o resti apolide in Europa. Della questione sui rifugiati e le raccomandazioni di UNHCR avevamo scritto in questo articolo ma il problema dei minori rifugiati è più attuale che mai.
In effetti non esiste un dato preciso che indichi il numero totale di minori apolidi presenti in Europa, ma si stima che siano più di mezzo milione di individui.
Del resto, a partire dal 2010, c’è stato un aumento di minorenni richiedenti asilo nel Vecchio Continente e quindi è cresciuto anche il numero di minori privi di cittadinanza, tant’è che nel 2017 gli apolidi sono stati circa 2.100, un numero quadruplo rispetto al 2010.
Purtroppo i minorenni apolidi hanno un accesso limitato ai servizi di ogni tipo e soprattutto a quelli basilari come l’assistenza sanitaria o l’istruzione, rischiando quindi di rimanere discriminati per tutta la vita. Inoltre, la mancanza di documenti di identità ufficiali espone a forti rischi di diventare vittime di violenze, abusi, tratta senza che nessuno riesca a fornire tutele.
In particolare, le categorie di minori particolarmente colpite sono: i nati apolidi in Europa, che non possono ereditare la cittadinanza dai genitori a causa di discriminazioni oppure perché sono apolidi i genitori; i minori nati in Europa ma la cui nascita non è stata registrata (in particolare tra le popolazioni minoritarie e vulnerabili come ad esempio i Rom); i minorenni originari di Paesi conosciuti per la presenza di popolazioni apolidi i cui membri sono rifugiati o richiedono asilo in Europa.
Ha spiegato Pascale Moreau, direttore dell’Ufficio UNHCR per l’Europa: «La vita rema contro i bambini apolidi fin dal suo inizio. Come tutti noi essi possono sognare e avere speranze, ma gli impedimenti legali che affrontano spesso comportano che i loro sogni si infrangano prima ancora che diventino adulti. Così, il loro potenziale è totalmente sprecato». Le fa eco la collega per l’Asia Centrale Afshan Khan: «I governi non hanno solamente la responsabilità di adottare le tutele legali che impediscano che un bambino nasca apolide, ma anche quella di assicurare assistenza legale e supporto affinché ogni minore apolide possa effettivamente godere del diritto di cittadinanza.»
Pertanto UNHCR e UNICEF propongono alcune soluzioni a basso costo agli Stati europei:
Non per niente la campagna #IBelong, lanciata da tempo da UNHCR e ancora in corso, ha lo scopo di mettere fine all’apolidia entro il 2024, tenendo presente che fare in modo che tutti abbiano un’identità legale è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.