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MSF: in Grecia a Lesbo è in corso un’emergenza senza precedenti

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È stata l’Ong MSFMedici Senza Frontiere– a lanciare l’ ennesimo allarme riguardo le più che preoccupanti condizioni di vita dei migranti che si trovano nelle isole della Grecia e in particolare a Lesbo. Ne avevamo già parlato in questo articolo, quando a puntare il dito era stata Amnesty International.

Oggi, afferma MSF, nel campo di Moria a Lesbo è in corso un’emergenza senza precedenti sia per la salute fisica che per quella mentale di tutti, uomini donne e bambini. Già, ci sono tanti bambini in quel campo che sembra una prigione a cielo aperto: più di 5.000 persone intrappolate tra fango e acqua che vivono in condizioni non solo drammatiche ma anche pericolose. In quel luogo potrebbero vivere al massimo 3.000 persone.

Affermano i medici di MSF in una nota: «Lo hanno chiamato “l’accordo della vergogna”, quello dell’Unione Europea che prevede il respingimento di migranti e rifugiati in Turchia e l’obbligo per le persone arrivate a Lesbo di fare domanda d’asilo sull’isola. Il risultato? Migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalle violenze, costrette a rimanere bloccate mesi o anni prima di ricevere una risposta».

E c’è anche di più, poiché i medici constatano: «Le condizioni di vita spaventose sono alla base del tracollo fisico e psicologico delle persone. Tra i richiedenti asilo ci sono vittime di forme estreme di violenza e tortura, subite sia nel loro paese di origine sia durante la fuga. Sono stati gravemente traumatizzati, mentalmente e fisicamente». E lo psichiatra Alessandro Barbero scrive sul sito di MSF: «Dopo tanti anni di professione medica, posso dire di non aver mai assistito un numero così grande di persone bisognose di assistenza psicologica come a Lesbo. La stragrande maggioranza dei pazienti presenta sintomi di psicosi, ha pensieri suicidi o ha già tentato di togliersi la vita. Molti non sono in grado di svolgere nemmeno le più basilari attività quotidiane, come dormire, mangiare o comunicare».

Infatti dichiara il dottor Declan Barry, coordinatore medico in Grecia: «Questi bambini arrivano da paesi in guerra, dove hanno vissuto violenze e traumi estremi. Invece di ricevere cure e protezione in Europa, vivono nella paura, nell’angoscia e sono vittime di episodi di violenza, compresa quella sessuale. Oltre ad essere pericoloso, l’ambiente in cui vivono è caratterizzato da scarse condizioni igieniche, motivo per cui vediamo molti casi di diarrea e infezioni cutanee ricorrenti nei bambini di tutte le età. Con questo livello di sovraffollamento, il rischio di epidemie è molto alto».

E infine in una nota Louise Roland-Gosselin – capomissione in Grecia – constata: «Sono tre anni che MSF chiede alle autorità greche e all’Unione Europea di assumersi la responsabilità dei loro fallimenti e di attuare soluzioni sostenibili per mettere fine a questa situazione catastrofica. È tempo di evacuare immediatamente le persone più vulnerabili in sistemazioni sicure in altri paesi europei e fermare questo ciclo infinito di decongestionamenti di emergenza oltre alle orrende condizioni di vita nel campo di Moria. È tempo di mettere fine all’accordo UE-Turchia».

È possibile dare un aiuto per questa emergenza cliccando qui.

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