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È stata la Fondazione Culturale di Banca Etica a presentare al Parlamento europeo uno studio sulla finanza sostenibile in Europa, il 6 febbraio scorso. Dei progetti di Banca Etica e dei suoi interventi abbiamo parlato più volte, per esempio in questo articolo e in tanti altri nel corso degli anni.
Il report ha analizzato le performance di 23 banche etiche presenti in Europa confrontandole con quelle delle 15 banche sistemiche dell’EBA (European Banking Autority), istituto organismo dell’Unione europea che dal primo gennaio 2011 ha il compito di sorvegliare il mercato bancario dell’UE.
I numeri del rapporto sono inequivocabilmente a favore delle banche etiche visto che riporta: «Negli ultimi dieci anni – guardando al periodo 2007/2017 – le banche etiche e sostenibili hanno reso oltre il triplo rispetto alle banche tradizionali, con una redditività media annua del 3,98% contro l’1,23%».
Non per niente, il rapporto evidenzia la differenza tra le banche sistemiche e le banche etiche dopo il fallimento di Lehman Brothers nel 2008 che ha innescato la crisi mondiale. La vera differenza, precisamente, consiste nel fatto che le banche etiche hanno proseguito nel continuare l’attività bancaria in modo classico (cioè a prestare denari e raccogliere soldi), mentre le banche sistemiche sono diventate agenti finanziari, applicando i loro sforzi con investimenti in titoli, servizi finanziari e assicurativi invece di aiutare gli imprenditori.
Infatti, nel solo 2017 la concessione di crediti rappresentava in media quasi il 77% delle attività totali per le banche etiche e sostenibili, ma solo il 40,52% per le grandi banche tradizionali.
Spiega dunque Andrea Baranes, presidente di Fondazione Finanza Etica: «Il rapporto mette in evidenza due modelli bancari molto diversi, mostrando come le banche etiche e sostenibili si comportino meglio sia dal punto di vista sociale e ambientale, sia dal punto di vista economico».
Ricordiamo che Banca Etica seleziona per i suoi fondi solo le aziende e gli Stati più virtuosi ed esclude settori controversi (come le armi o il tabacco) o i Paesi che ledono i diritti civili e le libertà politiche dei cittadini. Ogni titolo presente nel portafoglio dei fondi deve prima passare per un rigido controllo ambientale, sociale e di governance secondo una metodologia rigorosa; infatti gli investimenti di Banca Etica rispettano l’ambiente e i diritti umani, sono rivolti all’economia reale e premiano imprese e Stati che adottano pratiche virtuose.
A conclusione del rapporto viene auspicato un maggiore coraggio da parte della Commissione europea affinché tenga nella dovuta attenzione i criteri sociali nel redigere un Piano d’azione europeo per definire, regolamentare e promuovere la finanza sostenibile in Europa.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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