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A Davos in Svizzera nei giorni scorsi, si è tenuto come ogni anno il raduno dei potenti al Forum mondiale economico.
A diventare la vera diva del Forum di quest’anno è stata Greta Thunberg, una ragazza svedese di 15 anni, che ha fatto un viaggio di 32 ore in treno per giungere a Davos dove era stata invitata per consegnare il suo messaggio sul clima che caparbiamente, seriamente ma con la grazia impacciata dell’adolescente qual è, continua a trasmettere al mondo intero.
Con il suo viso pulito, con le trecce ma con piccole ciocche di capelli indomite e il sorriso timido, la ragazzina ha affrontato con calma la platea di lusso davanti a lei e ha lanciato il suo messaggio semplice e allo stesso tempo tremendamente serio, come se fosse normale a quell’età parlare ai potenti della Terra. E dato che normale non è, viene subito in mente che allora forse possiamo davvero sperare, che se i nostri figli di oggi sono come questi, allora noi genitori non abbiamo sbagliato del tutto. Significa, forse, che i giovani avranno la possibilità, la forza, il coraggio e la capacità di lasciare impronte che indicano davvero la strada verso il futuro.
È quindi con una sorta di pudore che parlo di lei e del suo coraggio, della sua perseveranza per la causa ecologica, dovendo ammettere che è raro incontrare questa coerenza alla sua età. Tanto è vero che Greta non prende l’aereo proprio per alleggerire la sua impronta ecologica e ha convinto tutta la sua famiglia a imitarla nelle prassi di tutti i giorni. Anche a Davos non ha dormito in albergo o in appartamento, ma in una tenda montata vicino all’Hotel Schatzalp.
Pudore e rispetto, perché Greta è un’attivista diventata famosa in tutto il mondo per i suoi scioperi scolastici (ognuno fa quello che può e che sente di fare) contro i cambiamenti del clima e con i suoi sit-in davanti al Parlamento svedese ha continuato a ricordare che siamo davanti a una catastrofe e «incapaci di correggere i nostri errori».
Pudore e vergogna, perché giustamente anche a Davos, con tutta la sua pacatezza, Greta ha ricordato a politici, banchieri, guru dell’economia e della finanza, a tutti noi che «dobbiamo ridurre del 50% la produzione di anidride carbonica» e ancora ha sostenuto: «Parlate solo di crescita economica eterna e sostenibile, perché temete di essere impopolari, di andare avanti con le stesse cattive idee che ci hanno portato in questo caos». E ha concluso con un’accusa precisa: «Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, invece rubate il loro futuro proprio davanti ai loro occhi».
Propongo il video della conclusione del suo discorso, perché la sua voce, pronunciando parole precise e misurate, esprime l’indignazione e il timore di quanto accadrà al nostro pianeta se non ci prenderemo cura del suo clima.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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