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È stato presentato a Ginevra nei giorni scorsi il primo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla salute dei migranti rifugiati in Europa.
Va subito detto che non è assolutamente vero il fatto che i migranti portano malattie, mentre al contrario è molto possibile che la loro salute peggiori una volta arrivati nei vari Paesi di destinazione, a causa delle cattive condizioni in cui vivono.
Il rapporto è stato realizzato in collaborazione con l’INMP (Istituto Nazionale salute, Migrazioni e Povertà) italiano ed è basato su oltre 13.000 documenti raccolti nella regione Europa di pertinenza dell’Oms.
Il primo dato evidente di questo documento è che in tutta questa regione i migranti risultano essere appena il 10% della popolazione, dato che viene percepito in modo errato da molti cittadini dei diversi Paesi.
Il secondo punto evidente è che le persone che arrivano sono in buona salute dal punto di vista sanitario, ma il rischio di malattie non trasmissibili, come tumori o problemi cardiaci, aumenta con il permanere degli individui nei Paesi europei a causa non solo di condizioni igienico sanitarie carenti ma anche per l’impossibilità di accedere ai servizi sanitari nazionali.
Ma è sulle malattie infettive e trasmissibili che l’Oms, nella persona di Santino Severoni – coordinatore del programma che ha stilato il rapporto – afferma in una nota: «Per le malattie infettive l’aneddotica non corrisponde alla realtà. E’ vero che lo spostamento delle popolazioni viene considerato una fonte di rischio, e per questo c’è un monitoraggio, ma riguarda tutti gli spostamenti. Si pensi ai 400mila che sono arrivati via mare in Italia nel 2016 e ai 20 milioni di passeggeri dell’aeroporto di Fiumicino. La verità è che anche quando arrivano persone con infezioni l’evento è così sporadico che non costituisce un problema per la salute pubblica, come dimostra il fatto che non abbiamo mai registrato un contagio alla popolazione residente».
Del resto non è da oggi che i medici di diverse associazioni onlus – prima tra tutte Medici Senza Frontiere – che si prendono cura della salute dei migranti denunciano che maggiori saranno le difficoltà all’accesso ai servizi, peggiori diventeranno le condizioni di salute degli stranieri sui vari territori. E, per esempio, le infezioni si trasmettono senza guardare il colore della pelle di nessuno. Ma saremo noi i veri colpevoli per aver omesso cure adeguate.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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