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Le continue tensioni che si sono susseguite nella storia hanno deteriorato a tal punto i rapporti che oggi le comunità romanès sono spesso trattate dalla politica come un problema da allontanare, da relegare nell’estrema periferia delle città. Sono i campi nomadi, infatti, il simbolo moderno dei rom. Monumenti moderni all’emarginazione che le amministrazioni comunali, senza distinzione di colore politico, hanno creato senza darsi l’opportunità di cercare una diversa soluzione: Le politiche per la popolazione romanì ormai presentano una persistente ignoranza che si evidenzia nella definizione stessa dei rom (zingari, nomadi, campo nomadi, ecc.), negli strumenti normativi utilizzati e nella mancanza di una partecipazione attiva dei diretti interessati visti comunque come soggetti da assistere.
La tematica rom, però, non può limitarsi alla questione dei campi nomadi. Studi scientifici e documenti politici indicano, infatti, che più della metà della popolazione romanì in Italia è composta da cittadini italiani, storicamente residenti. Solo meno del 20% vive nei campi nomadi e, quando le condizioni lo permettono, cerca di uscire da questa situazione di disagio e marginalità. Il problema è che anche la restante parte della popolazione romanì (80%), pur non avendo mai sperimentato i campi nomadi e vivendo in condizioni e problematiche sociali simili al resto della cittadinanza, si trova al centro dell’attenzione pubblica in occasione di accadimenti che sono fonte di strumentalizzazioni politiche e atteggiamenti razzisti basati sul pregiudizio. Nella realtà dei fatti, la grande maggioranza della popolazione romanì è parte integrante del panorama sociale e culturale locale con storie di relazioni profonde e intense che hanno influenzato lo sviluppo lavorativo, economico e cultura ledi tante aree del nostro Paese.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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