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Scriviamo di un fatto accaduto recentemente a Roma, e a raccontarlo è stata una stimata giornalista di Rai News 24, Giorgia Rombolà, che si trovava su un treno alla fermata San Giovanni della metropolitana A.
È accaduto che la giornalista, all’apertura delle porte del vagone su cui viaggiava, ha sentito le urla di una bambina e nel contempo quelle di un uomo. Sporgendosi, ha visto sulla banchina una giovane donna, certamente di etnia rom, estratta a forza da un vagone da due persone in divisa mentre una terza – che lei descrive come un uomo robusto – colpiva ripetutamente il capo della donna. Spiega lei stessa: «La donna poteva avere 20 anni, forse meno, la bambina 3 o 4 e piangeva disperata. Da mamma di tre figlie ho pensato subito a lei, alla piccola, che poteva restare da sola sul vagone mentre il treno partiva».
Scriverà sui social la stessa Rombolà: «Ne nasce un parapiglia, la bambina cade a terra, sbatte sul vagone. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero), ma a quest’uomo alto mezzo metro più di lei non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. La strattona fina a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte». A questo punto Giorgia si è fatta coraggio, è scesa dal vagone e ha provato a fermare l’uomo: «Non può picchiarla, è stato il mio pensiero, e ho urlato “Basta! Stai calmo!” e mentre lo dicevo mi sono resa conto che ho rischiato anche io».
La giornalista rai è rientrata sul treno ed è stata affrontata da diversi viaggiatori che tutto hanno provato, nei suoi confronti, tranne solidarietà.
Addirittura è stata insultata, sostenendo che l’energumeno aveva fatto bene a picchiare la ladra (che non poteva aver rubato nulla visto che la sua “vittima” si è allontanata subito senza recarsi presso le forze dell’ordine). Quello che ha sconvolto davvero Giorgia è stato che nessuno l’abbia difesa, che tutti abbiano ignorato le aggressioni verbali contro di lei e tanti abbiano addirittura fatto finta di niente.
Tralasciamo volutamente le frasi atroci rivolte a lei e in generale alle persone di etnia rom semplicemente perché ci vergogniamo per le persone che le hanno proferite.
La stessa giornalista – che date le continue invettive da parte degli utenti si è vista costretta a rimuovere il suo post da Facebook – ha affermato che negli ultimi tempi ha visto Roma, la città in cui vive da 20 anni, incattivirsi e inaridirsi. Ha riportato alcune riflessioni, che indubbiamente la società civile condivide, come per esempio il fatto che non fosse sua intenzione difendere una ladra, ma salvaguardare una donna con una bambina. Perché picchiarla in quel modo? E ancora, perché nessuno dei passeggeri aveva difeso Giorgia e anzi l’aveva derisa, accanendosi in modo rancoroso? Domande senza risposte che magari andrebbero cercate nei nostri animi ormai strumentalizzati dalla paura.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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