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Greenpeace Italia: un cartone animato contro l’uso indiscriminato dell’olio di palma

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È stata Greenpeace Italia a pubblicare il video animato contro la produzione indiscriminata di olio di palma.

Il video è stato censurato e rifiutato in Gran Bretagna perché ritenuto “troppo politico”, nonostante la catena di supermercati Iceland lo avesse scelto per il suo spot natalizio in televisione, dal momento che Iceland si era impegnata a eliminare l’olio di palma da tutti i prodotti con il suo marchio.

Naturalmente Greenpeace non si è affatto arresa e ha fatto doppiare il cartone animato alla cantante Noemi che ha volentieri prestato la sua voce alla campagna della nota associazione ambientalista.

Addirittura un’indagine della stessa Greenpeace ha fatto luce sul fatto che uno dei maggiori acquirenti al mondo di olio di palma è la multinazionale USA Mondelez International i cui marchi più noti sono i biscotti Oreo e i cracker Ritz.

Purtroppo i fornitori della multinazionale tra il 2015 e il 2017 hanno distrutto oltre 70.000 ettari di foresta pluviale e sono anche stati accusati di sfruttamento del lavoro minorile, dei lavoratori in generale, di incendi dolosi, accaparramento di terre e deforestazione illegale.

Ha commentato Martina Borghi di Greenpeace Italia: «L’olio di palma può essere prodotto senza deforestare, eppure le nostre indagini rivelano che i fornitori di Mondelez continuano a distruggere preziose foreste che sono anche la casa di animali unici come l’orango».

Tutte e tre le specie esistenti di orango sono sull’orlo dell’estinzione. Uno studio pubblicato a inizio anno dalla rivista scientifica Current Biology mostra infatti che in soli 16 anni abbiamo perso la metà degli oranghi del Borneo. Studi recenti inoltre indicano che sia l’orango di Sumatra che quello di Tapanuli sono stati privati di più della metà del loro habitat tra il 1985 e il 2007.

Aggiunge infine Martina Borghi: «Ringraziamo Noemi per aver dato la sua voce a un cartoon che in pochi secondi dimostra come la mano dell’uomo sia capace di distruggere interi ecosistemi, causando l’estinzione di specie uniche e alimentando una crisi climatica globale. Se le grandi multinazionali non riescono a trovare abbastanza olio di palma prodotto responsabilmente, dovranno iniziare a utilizzarne meno. Qualche merendina non può valere l’estinzione degli oranghi e la perdita di parti della foresta pluviale».

Ecco il cartone animato

 

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