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Il divieto di commercio di ossa di tigre e corni di rinoceronte in Cina era in vigore dal 1993, ma con un provvedimento che ha lasciato di stucco il mondo e ha indignato in particolare il Wwf ed Environmental Investigation Agency (EIA) pochi giorni fa il Consiglio di Stato cinese ha stabilito che l’impiego delle specie protette è “tollerato purché abbia scopi medici” e coinvolga animali cresciuti in cattività.
Infatti, secondo il comunicato ufficiale, “in circostanze particolari, il regolamento sulle vendite e l’utilizzo di questi prodotti sarà migliorato, qualsiasi azione correlata dovrà essere autorizzata e il volume delle transazioni verrà strettamente controllato”. Non è dato di sapere in quale modo né come verrà regolamentato l’allevamento delle due specie che, peraltro, sono protette.
Del divieto di commercio di avorio decretato dalla Cina avevamo già parlato in questo articolo ma tutto il resto, a quanto pare, viene disatteso.
Infatti il comunicato rileva che «la polvere di corno di rinoceronte e ossa di tigri già morte possono essere utilizzate in ospedali qualificati solo da medici esperti riconosciuti dall’Amministrazione statale per la Medicina tradizionale cinese».
Eppure, nel 2010 la World Federation of Chinese Medicine Societies aveva stabilito che non ci sono prove scientifiche a certificare gli effetti benefici dei rimedi derivati dalla tigre e addirittura l’EIA aveva rilevato che da tempo la Cina permette l’esistenza di speciali luoghi in cui vengono raccolti le ossa degli animali, avallando in pratica la vendita per non meglio riconosciuti scopi medici, nonostante le restrizioni introdotte negli anni ’90.
Nello stesso tempo sempre l’EIA ha dichiarato di aver avviato indagini per verificare se esistano strutture per l’allevamento dei rinoceronti che, come è noto, non sono originari del Paese.
Secondo l’EIA si tratta semplicemente di una mossa «spudorata e regressiva che mina drasticamente gli sforzi internazionali per la conservazione della tigre e del rinoceronte». Dello stesso avviso è il WWF, per il quale le conseguenze “a livello globale saranno devastanti“.
Inoltre, aggiunge Margaret Kinnaird, leader del Wwf Wildlife Practice: «La decisione sembra contraddire la leadership assunta recentemente dalla Cina nella gestione del commercio illegale di animali selvatici».
Nonostante lo scorso anno il governo cinese abbia messo al bando il commercio di avorio e chiuso gli ultimi laboratori per l’intaglio, era stato permesso agli artigiani di lavorare le scorte del prezioso materiale. Non osiamo nemmeno immaginare che cosa stia intanto succedendo agli orsi che sono fabbriche viventi (e torturate) di bile per intrugli medicamentosi. Forse sarebbe ora per tutti di entrare nel 21° secolo, senza se e senza ma.
NOTIZIE dell’ultima ora segnalerebbero che il governo di Pechino abbia posticipato l’entrata in vigore del commercio. Non significa che lo abbia abrogato, ma almeno un passo sembra sia stato fatto.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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