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Il progetto per creare un vero e proprio santuario marino in un’enorme area del Mare di Weddel in Antartide è stato bloccato in seguito all’ultima riunione della Commissione per la conservazione delle risorse marine dell’Antartide (Ccamlr) svoltasi pochi giorni fa in Tasmania.
Di questo ambizioso progetto avevamo parlato in questo articolo, spiegando come sarebbe sorta la più vasta area marina protetta del nostro pianeta e come ci avrebbe aiutato a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Questo perché quelle acque assorbono enormi quantità di anidride carbonica e l’intenzione era proteggere anche numerose specie animali minacciate come balenottere azzurre, orche, pinguini e foche leopardo ma anche e soprattutto il krill, piccolo crostaceo alla base della catena alimentare in Antartide. Purtroppo proprio il krill viene pescato a ritmi insostenibili per nutrire pesci di allevamento e per creare integratori alimentari e cibo per animali domestici, quindi è fonte di grandi profitti.
Pertanto, in quel luogo protetto dell’Antartide (un’area di circa 1,8 milioni di chilometri quadrati) sarebbe stata proibita in modo categorico ogni attività di pesca commerciale.
Proprio questo divieto potrebbe essere all’origine della mancata approvazione del progetto che doveva essere sostenuto da tutti i Paesi che pescano in quelle zone.
Infatti secondo Greenpeace – che con la sua campagna #ProtectAntarctic aveva raccolto oltre due milioni di firme – sono state Russia, Cina e Norvegia ad assumere un ruolo chiave nel bloccare la proposta di progetto, limitandosi a fare opposizione senza peraltro addurre alcuna base scientifica.
Ha affermato costernata Frida Bengtsson di Greenpeace: «Era un’opportunità storica per creare la più grande area protetta del pianeta, salvaguardare la fauna selvatica, affrontare il cambiamento climatico e migliorare la salute dei nostri oceani globali».
Va però anche detto che la Commissione Ccamlr, pur non commentando la decisione presa, ha precisato che «i membri continueranno a valutare le proposte e il progetto del santuario sarà di nuovo preso in considerazione in occasione della riunione del prossimo anno».
Ci si augura dunque che i negoziati abbiano migliore successo, stabilendo il principio che la conservazione di un patrimonio dell’umanità debba venire prima di ogni interesse commerciale.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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