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Ha aperto da pochi giorni al pubblico la mostra sulle leggi razziali “1938: L’umanità negata. Dalle leggi razziali italiane ad Auschwitz”.
Viene ospitata al Quirinale ed è stata voluta e promossa dallo stesso presidente Sergio Mattarella, affidandone la cura a Giovanni Grasso e Pietro Lanciani, uno dei più grandi esperti italiani di realtà immersiva. La mostra è stata fatta in collaborazione con il Miur, l’Istituto Luce e la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus in occasione dell’ottantesimo anniversario delle famigerate leggi razziali (ne avevamo parlato in questo articolo).
Si tratta, in effetti, di una mostra esperienziale che conduce il visitatore, attraverso sette sale, dentro la vita parallela di due famiglie italiane, una ebrea e l’altra cattolica, la cui vita ha una parte comune che si dividerà a causa delle leggi razziali del 1938 e la famiglia ebrea vedrà concludere il proprio destino ad Auschwitz.
Un percorso studiato e pensato soprattutto per le scuole e i giovani: le sale infatti mettono i visitatori al centro di installazioni, proiezioni e realtà multimediali che li faranno entrare nella vita quotidiana di quel tempo delle due famiglie ed è la voce di Francesco Pannofino quella che li accompagnerà attraverso i percorsi.
In modo particolare è di forte impatto la sala in cui i bambini di una scuola del tempo si salutano prima delle vacanze estive di quell’anno, certi di ritrovarsi a ottobre; ma alla ripresa dell’anno scolastico non solo i bambini italiani non ritroveranno i loro compagni ebrei, ma persino alcuni insegnanti. Un altro colpo al cuore prende quando il visitatore entra nella sala che fa salire sui vagoni merci che condussero, dopo l’8 settembre 1943, migliaia di ebrei italiani ai campi di sterminio nazisti facendo rivivere il senso di impotenza e di insensato delirio del tempo.
«E’ accaduto una volta, quindi può accadere ancora» è una frase di Primo Levi che viene proiettata all’interno della mostra, così come è possibile trovare nell’ultima sala la copia originale della nostra preziosa Costituzione firmata da Enrico De Nicola, documento che diventa l’unico possibile antidoto affinché la tragedia non si ripeta. Molte altre le frasi proiettate su cui meditare e tra queste scegliamo di riportare quella di Elie Wiesel sull’indifferenza: «La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato», di un’attualità disarmante.
La mostra durerà fino al 27 gennaio 2019 (Giorno della Memoria) ed è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì e il giovedì dalle 10 alle 16, prenotando al call center 06/39967557.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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