Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
L’orca è un predatore e allo stesso tempo un magnifico esemplare, e come tutti i predatori caccia per nutrire se stessa e i propri cuccioli. Pochi mesi fa la storia di una mamma orca che ha vegliato sul suo cucciolo morto per diciassette giorni, ha fatto il giro del mondo. Quest’orca è uno dei 75 esemplari rimasti del suo gruppo nelle acque del Mare di Salish, e questo era il primo cucciolo del gruppo dopo diversi anni.
Come le tigri, i leoni, anche le orche sono in via di estinzione e il tasso di mortalità in queste acque è molto elevato a causa del traffico marino, della mancanza di cibo e del mare inquinato. Questa specie di orche mangia salmone e le attività umane hanno causato la scarsità di esso e di conseguenza, se mamma orca non si nutre come dovrebbe, anche il feto ne risente e le nascite sono molto rare o alle volte i cuccioli non hanno abbastanza forza per sopravvivere.
Ma qui, nel Mare di Salish, il Governo Canadese è troppo impegnato a voler costruire un nuovo oleodotto più che salvare le orche, che tra l’altro sono anche un’attrazione turistica. L’oleodotto servirebbe per esportare maggior petrolio negli Stati Uniti e in Asia, ma questo stesso petrolio è uno dei più inquinanti al mondo. Esso viene estratto dalle sabbie di bitume dell’Alberta ed estrarlo è molto costoso sia a livello economico che energetico. Per ogni barile prodotto vengono distrutte diverse estensioni di foreste e vengono contaminati dai tre ai cinque “barili” d’acqua.
Se tutto ciò già di per sé provoca tanti danni, cosa provocherà allora la costruzione di un nuovo oleodotto? Il progetto prevede un aumento di sette volte del traffico petrolifero da Burnaby, nella Columbia Britannica. In queste acque vi è la più vasta diversità biologica del pianeta e purtroppo già ad ora è trafficata da petroliere che hanno messo in pericolo la vita delle orche e il loro ecosistema.
Un aumento del traffico petrolifero porterà al collasso di questo ambiente. Inoltre da qui verranno inquinate le acque di laghi e fiumi delle aree abitate dalle comunità locali, così oltre a mettere in pericolo l’ultimo gruppo di orche della zona, verrà messa in pericolo la vita umana stessa. E allora poi il petrolio a chi servirà?
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
Prev Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.