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A Palermo una vera integrazione con i Rom del campo della Favorita

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Nei mesi scorsi ha tenuto banco il sequestro da parte della Magistratura del campo rom al Parco della Favorita a Palermo.

Sulla base dei dati raccolti dai servizi sociali del Comune, i residenti risultavano essere 16 famiglie complessive e per ognuna di loro si è predisposto un piano personalizzato per l’accompagnamento alla fuoriuscita dal campo.

Infatti dopo la decisione del giudice è stato iniziato lo sgombero dell’area e le prime quattro famiglie rom sono state trasferite e le loro baracche immediatamente abbattute; contestualmente l’intera area è stata messa in sicurezza. Il problema presentatosi, infatti, era proprio la garanzia di condizioni di sicurezza per le persone del campo, soprattutto per quanto riguardava gli impianti elettrici, con allacciamenti insicuri e cavi volanti certamente pericolosi. È necessario anche notare come le procedure attivate non siano in deroga, ma in attuazione dei regolamenti comunali vigenti, a tutela dei diritti di tutte le persone.

Nel quadro di questa situazione è stato preso un accordo tra i cittadini palermitani e il Comune per destinare una parte di una villa in via Felice Emma a una coppia rom con due figli piccoli e un’altra parte a una famiglia palermitana inserita nella lista di emergenza abitativa.

Questa villa era stata confiscata alla mafia insieme ad altre costruzioni e, nel momento in cui il Comune aveva deciso di destinarla a sole famiglie rom, era scoppiata una polemica con i residenti.

Ma afferma Giovanna Di Franco – portavoce dei residenti del luogo -: «Noi residenti di via Felice Emma non siamo affatto razzisti, siamo per una vera integrazione che significa anche suddividere in varie zone della città i Rom che si trovano nel parco della Favorita». Aggiungendo: «Era impensabile portare oltre 100 persone in un piccolo quartiere residenziale dove ci conosciamo tutti. Siamo quindi contenti che la questione si sia risolta e che nella villa confiscata andrà una famiglia con due bambini».

Non si tratta quindi assolutamente di emarginare, ma al contrario di accogliere con una vera integrazione sociale senza problemi di sorta per nessuno.

Tanto è vero che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’assessore alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina hanno  espresso un concetto comune: «L’Amministrazione comunale dimostra di rifiutare la cultura e la logica della presunta guerra fra poveri e rigetta con forza ogni tentativo di dividere le persone fra cittadini di serie A e serie B. L’impegno dell’amministrazione deve essere ed è a 360 gradi a tutela delle persone fragili o in difficoltà, di superamento dell’emergenza abitativa, di tutela dei diritti e della dignità di tutti e di ciascuno. Questo intervento è stato programmato nel tempo per superare una situazione più che ventennale e fa parte di un complesso ed ampio progetto di sviluppo sociale e strutturale della nostra Comunità, di tutta la nostra Comunità».

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