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Una salsa di pomodoro gustosa ma soprattutto rispettosa dei lavoratori. E’ quella che ormai da cinque anni viene prodotta nell’ambito del progetto Sfruttazero, un’iniziativa promossa dall’associazione barese Solidaria per combattere il caporalato nelle campagna pugliesi. Come sappiamo bene, purtroppo, in agricoltura quella dello sfruttamento dei lavoratori è una pratica molto diffusa che vede i braccianti, principalmente stranieri che non conoscono i propri diritti (anche se non mancano gli italiani), essere sottoposti a orari di lavoro massacranti, sotto il sole bollente dell’estate.
Ed è proprio per dare un piccolo contributo alla lotta contro il caporalato che questa associazione di Terzo settore ha deciso, nel 2014, di dare vita al progetto Sfruttazero, che consiste nella produzione e vendita di salsa di pomodoro da coltivazioni agroecologiche a sfruttamento zero.
L’associazione, che dal 2015 collabora anche con “Diritti al Sud” di Nardò, vede migranti africani e italiani coltivare e raccogliere pomodori su un terreno alla periferia di Bari, per poi trasformarli in salsa da vendere in mercatini, spacci popolari e piccole botteghe grazie alle reti nazionali “Fuorimercato” e “Genuino Clandestino“. Ciascun lavoratore, regolarmente assunto, viene retribuito 7 euro netti l’ora per un massimo di 6-8 ore lavorative al giorno.
Il progetto in questi 5 anni ha già fatto registrare dei risultati importanti: se il primo anno erano state vendute 600 bottiglie, quest’anno saranno 25mila.
«La nostra idea è realizzare una filiera pulita del pomodoro dalla semina alla trasformazione; il frutto finale che raccoglieremo saranno bottiglie di passata di pomodoro di alta qualità, prodotta senza sfruttamento del lavoro», spiegano i promotori. «Vogliamo che l’oro rosso, da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia, diventi simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso.
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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