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Integrazioni apportate al decreto sul Codice del Terzo settore

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Il giorno 2 agosto si è riunito il Consiglio dei Ministri che ha approvato – sotto la presidenza del presidente Giuseppe Conte – le “Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, recante Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106”.

La nota apparsa sul sito del Governo riporta: «Su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, relativo al Codice del Terzo Settore».

Ancora ad oggi siamo in attesa che venga pubblicato il testo completo del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, tanto è vero che la portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Claudia Fiaschi ha affermato che, prima di qualsiasi commento in merito, valuteranno il testo licenziato.

In particolare, però, il decreto prevede la proroga da 18 a 24 mesi dei termini per l’adeguamento degli statuti degli enti del Terzo settore al nuovo quadro normativo; apre a una proficua interlocuzione tra gli organi competenti rafforzando la sinergia tra Stato e Regioni (specie in materia di utilizzo del fondo che finanzia progetti e attività di interesse generale del Terzo settore); fa precisazioni sulla contemporanea iscrizione al registro delle persone giuridiche al registro unico nazionale. Infine indica il numero minimo di associati necessario per la permanenza sul territorio di una associazione di promozione sociale o di un’organizzazione di volontariato.

Un’altra novità riguarda l’entrata di CSVnet nel Consiglio nazionale del Terzo settore (art. 59). Il numero dei componenti del Consiglio passa da 33 a 37, di cui 3 senza diritto di voto e dovrà esprimersi con un parere obbligatorio ma non vincolante anche sulla definizione dei modelli di bilancio degli enti di Terzo settore.

Il Consiglio è l’organismo di consultazione a livello nazionale ed esprime pareri sugli schemi degli atti normativi e sull’utilizzo delle risorse del Fondo per il finanziamento di progetti, sulle linee guida in materia di bilancio sociale e di valutazione di impatto sociale dell’attività degli enti del Terzo settore, sulle operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione d’azienda effettuate dalle imprese sociali. Non solo, poiché il Consiglio è coinvolto anche nelle attività di vigilanza, monitoraggio e controllo nel Terzo settore (art. 60).

Ha commentato Stefano Tabò – presidente di CSVnet – in una nota: «Ci conforta che siano state comprese le ragioni della nostra proposta: le istituzioni pubbliche hanno l’interesse, ma anche il dovere, di avvalersi di tutte le competenze presenti nel Paese».

Ci sono state anche reazioni positive da parte del Forum del Terzo settore che, attraverso Claudia Fiaschi, ha commentato: «Siamo contenti che sia stata accolta la nostra richiesta di approvare un primo decreto correttivo del Codice del Terzo settore dopo le problematiche che erano già emerse in questa prima fase di applicazione della Riforma».

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